Dopo più di 5 mesi senza il Ministro dello Sviluppo economico, il governo Berlusconi ha prodotto l’uovo di colombo con la nomina di Paolo Romani. Alle centinaia di aziende in crisi e alle migliaia di lavoratori in cassa integrazione il governo offre loro come referente un uomo esperto solo di televisioni e fedelissimo del premier. Un ministro non in grado di risolvere i tanti gravi problemi all’ordine del giorno, ma che ne crea di nuovi.
Sono gli ultimi atti di un regime ormai allo sfascio. Nomine che ricordano vagamente quelle degli ultimi giorni della Repubblica di Salò.
Il Governo non solo non ha più un programma da realizzare, ma non è neppure in grado di portare a termine provvedimenti di secondaria importanza, perché la maggioranza che lo sosteneva si è spaccata clamorosamente, e tra gli ex alleati di un tempo è in corso una guerra senza esclusione di colpi.
In questo scenario a tinte fosche, da fine dell’impero, con il premier in rotta di collisione con la sua stessa maggioranza e con gran parte della Nazione, noi dell’Italia dei Valori siamo già al lavoro per creare l’alternativa che permetterà, ci auguriamo il prima possibile, al nostro Paese di risollevarsi dalla pericolosa china in cui lo ha spinto questo Governo e il suo ‘monarca’.
Bisogna però impedire ad un reuccio circondato da una corte dei miracoli pronta a dire sempre si anche alle proposte più stravaganti del suo signore, di assestare gli ultimi devastanti colpi di coda volti a realizzare altre leggi a tutela del suo interesse personale e della sua impunità; di restringere ulteriormente la libertà di espressione, il diritto ad un’informazione indipendente e davvero libera, e di continuare ad inquinare il tessuto sociale con la strisciante e omologante dittatura del pensiero unico berlusconiano.
Tutto questo presto sarà solo un ricordo, ma oggi è ancora vergognosa cronaca politica, quella che in futuro andrà a riempire, nostro malgrado, i capitoli più bui della storia di questo Paese.
Per uscire dalle sabbie mobili l’IdV è pronta a sostenere in Parlamento la modifica, in questa legislatura, della legge elettorale. Ma solo se ce ne sono le condizioni e se la legge proposta non sarà peggio di quella attuale. Non vogliamo avere nulla a che fare con inciuci per formare governi provvisori che, come il passato insegna, poi diventano definitivi. Se Berlusconi aprisse una crisi di governo al solo scopo di obbligare gli italiani a votare ancora una volta con il Porcellum, l'Italia dei Valori si sentirebbe in dovere di sostenere una nuova maggioranza con il solo scopo tecnico di riformare la legge elettorale, a patto che il Governo non duri oltre i 90 giorni necessari per approvarla, e vi sia la garanzia dal capo dello Stato. A scatola chiusa non votiamo niente.