IL GIRO DI BOA

Con l’autunno cadono le foglie, ma non solo. Cadono anche le speranze, in verità da tempo ridimensionate, di un 2011 meno difficile. I sacrifici per il Popolo italiano, invece, ci saranno ancora tutti; con il sentore che potrebbero anche aumentare. Se la macchina dello Stato deve andare avanti, si dovranno rastrellare altri milioni d’Euro per evitare gli strali dell’U.E. Insomma, l’Italia tornerebbe ad essere a rischio di recessione. Nonostante tutto, ci si attende un segnale forte e chiaro per evitare il peggio. Il profilo politico, però, non è dei più confortanti. Nella maggioranza non c’è più omogeneità ed all’Opposizione tanti progetti sono ancora da chiarire. C’è chi intende voltare pagina, ma altri preferiscono continuare per questa strada che non porterà a nulla di buono. Se è vero, com’è vero, che la destra “futuribile” ha la maggioranza per governare, è anche indubbiamente vero che la “cura” proposta per salvare la penisola non si discosta dalle misure palliative già note a chi segue il fronte politico nazionale. Per uscire dalle secche di una possibile recessione o si cambia cura, o si deve accettare la sconfitta e andare oltre. Gli italiani, fuori e dentro i confini nazionali, l’hanno capito. I politici, invece, preferiscono ancora il tono interlocutorio senza, però, assumere posizioni definite e chiare per tutti. Se il programma di governo si sfalda, ogni passo ha un suo peso, un suo compromesso e, per noi amministrati, una certa rinuncia. Il fatto è che il nostro Prodotto Interno Lordo (PIL) inizia sempre con uno zero, mentre dovrebbe attestarsi intorno all’1,2% già dal prossimo gennaio. Come a scrivere che, nonostante i facili ottimismi, le famiglie spendono meno che per il passato ed il futuro resta parecchio incerto. Eppure, restiamo tutti allineati e coperti per tentare, con non pochi sacrifici, d’evitare il peggio. Ci lamentiamo sempre più spesso, ma, poi, tiriamo avanti con il nostro fardello di passività. Non c’è nulla da fare: siamo fatti così. Resta, in ogni caso, l’insicurezza. Ipotechiamo il futuro pagando a rate. C’indebitiamo pur di mantenere un tenore di vita che non potremmo più avere in condizioni normali. Eppure, con l’aria che tira, sarebbe meglio mantenere la liquidità dei nostri risparmi. Anche tenuto conto che l’inflazione, almeno questa, è stata frenata. Ma i controsensi continuano ad avere la meglio. Quando in un Paese, come il nostro, un litro di latte costa di più che un litro di benzina, non ci sono illusioni che tengano. Tutto considerato, siamo disorientati da uno stato di fatto che era imprevedibile. Ora siamo governati da un tripartito e non è detto che le novità restino solo in pectore di chi, invece, ha intenzioni di manifestarle all’elettorato. Il 2011 si aprirà in un clima d’incertezza che potrà influire sul futuro dell’Esecutivo e sui rapporti d’alleanza. Tra le assicurazioni e le polemiche, ci stiamo avviando verso una verifica governativa dagli sviluppi incerti e preoccupanti. A parer nostro, non ci sono significative alternative a quest’atipica Maggioranza. L’Opposizione non ci appare coesa ed il Centro resta in attesa. Se non ci saranno alleanze da una parte o dall’altra, prevediamo, almeno, cobelligeranze. Meglio così che nulla. Il giro di boa è prossimo, ma c’è chi finge di non accorgersene.

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