Silvio compra anche la Chiesa: dal mercato “delle vacche” a quello dei “pastori”!

Dopo aver fatto compravendita di deputati per salvarsi dai processi con qualche nuova legge ad personam, Berlusconi ha deciso che è venuta l’ora di salvarsi “l’anima” con la compravendita di potenti monsignori (cardinali in pectore).
Solo così si può spiegare l’incredibile dichiarazione di mons. Rino Fisichella, a proposito della bestemmia pronunciata da Silvio Berlusconi nel raccontare una barzelletta: “Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che e’ il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato”. Quindi Berlusconi va capito e scusato, secondo mons. Fisichella. La cosa ha fatto andare in bestia Rosy Bindi, oggetto privilegiato delle velenose battute di Berlusconi sulla sua presunta scarsa femminilità, la quale ha osservato: “Fin da piccola mi hanno insegnato a non pronunciare il nome del Signore invano. E’ una profonda, intima convinzione della mia fede, un segno di rispetto verso me stessa e gli altri e una regola di buona educazione. Sarò all’antica, ma mi amareggia profondamente e mi turba constatare che per un pastore della mia Chiesa (anche se voce isolata rispetto a quelle di altri pastori, di Avvenire e Famiglia Cristiana) ci sarebbero occasioni e circostanze nelle quali e’ possibile derogare anche dal secondo comandamento”. Mons. Fisichella non è nuovo ad interventi a favore di Berlusconi che, per qualunque cattolico, suonano più come eresie. Basti ricordare che fece scalpore il fatto che Berlusconi si fosse accostato al sacramento della comunione in occasione dei funerali di Raimondo Vianello, ciò che il diritto canonico vieta ai separati. Anche in quella occasione, mons. Fisichella lo giustificò dicendo: «Facciamo subito un po’ di chiarezza. Il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. E’ il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. E’ solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l’ostacolo viene rimosso, nulla osta». Un intervento incredibile poiché per il diritto canonico Berlusconi è ancora il marito della sua prima moglie (Carla Dall’Oglio, alla quale s’è unito in matrimonio con rito religioso nel 1965). Per conseguenza quella “situazione, diciamo così, ex ante” sarebbe realizzata solo qualora egli fosse tornato a vivere con la prima moglie. Il che non è accaduto.
Non posso che concludere che anche la Chiesa ha evidentemente trovato il suo Berlusconi: se diventasse in futuro Papa non potrebbe che essere l’orgoglio di Silvio, che vedrebbe realizzato il suo sogno: poter comprare la Santità!.

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