La pittrice EVA FISCHER. Ultima rappresentante della scuola romana del dopoguerra

Oggi 30 settembre

La pittrice EVA FISCHER. Ultima rappresentante della scuola romana del dopoguerra

In prossimità dei suoi 90 anni
Si racconterà in radio
Dalle 23 alle 24 su Radio In Blu
(per le frequenze cfr www.radioinblu.it)

Curioso ed importante appuntamento per gli appassionati dell’Arte figurativa.

Per la prima volta dopo tanti anni l’artista italiana Eva Fischer, conosciuta in tutto il mondo per il suo tratto caratteristico e le oltre 120 mostre personali realizzate finora, racconterà alla radio i suoi 65 anni di onorata carriera, ospite della giornalista Paola De Simone all’interno del programma “Pubblico e privato”, in onda giovedì 30 settembre, sul circuito Radio In Blu, dalle 23 alle 24.

Dalla vita agli incontri con personaggi esponenti culturali – tra essi, solo per citarne alcuni, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Salvator Dalì, Pablo Picasso, Alberto Moravia, Ennio Morricone, Marc Chagall – Eva racconterà l’evoluzione del percorso, racchiuso in un momento storico iniziale molto difficile e sviluppatosi intorno all’esperienza creativa che l’ha portata ad essere definita dalla critica l’ultima rappresentante della scuola romana del dopoguerra.

Una vita trascorsa tra i pennelli, quella della Fischer, con momenti di alta drammaticità, a cominciare dalla perdita di oltre trenta familiari nei lager durante la seconda guerra mondiale, ed il successivo internamento nell’isola di Curzola da dove iniziò la sua attività artistica proprio facendo i ritratti ai generali italiani in cambio di permessi di buon’uscita.

Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Lione, la pittrice scelse Roma come sua città d’adozione ed entrò a far parte del gruppo di artisti di Via Margutta coi quali contrasse indelebili amicizie, tra cui i rilevanti sodalizi con Mafai e Guttuso, Tot, Campigli, Fazzini, Carlo Levi, Capogrossi e Corrado Alvaro.

Intensa fu l’amicizia con De Chirico, Mirko, Sandro Penna e Franco Ferrara allora già brillante direttore d’orchestra; e poi Jacopo Recupero, Cagli, Avenali, Giuseppe Berto e Alfonso Gatto nonché Maurice Druon, non ancora ministro della cultura francese.

Fu in quel tempo che Dalì vide e s’innamorò dei mercati di Eva mentre lo stesso Ehrenburg scrisse sulle “umili e orgogliose biciclette”. A Parigi Zadkine ospitò generosamente Eva ammirandone il coraggio d’una ricerca intensa e costruttiva e il fascino d’una cultura mitteleuropea tutt’altro che trascurabile. Di questo periodo sono i famosi “paesaggi romani” con le loro trasparenze e lontananze come se il tempo si fosse in qualche modo.

Picasso la esortò poi a progredire nella luce misteriosa delle barche e delle architetture meridionali che furono accolte per la prima volta a Londra nella più esclusiva Galleria della City, quella Lefevre che aveva concesso l’ultima “personale” al pittore italiano Modigliani.

Il mondo della Fischer è fatto di brevi migrazioni ovunque il suo estro l’ha chiamata: da Israele ove dipinse mirabili tele di Gerusalemme e Hebron (molto note sono le vetrate del Museo israelitico di Roma) fino agli U.S.A. dove conta numerosi collezionisti ed estimatori, fra i quali gli attori Humphrey Bogart (fu la moglie Laureen Bacall a donargli la prima opera) ed Henry Fonda.

Oggi che l’arte di Eva Fischer è conosciuta nel mondo, ella parla di sé con assoluta modestia, tipica di una donna coraggiosa ed intelligente, dallo sguardo pulito e profondo che conserva tuttora, nonostante gli affronti subiti in tempi disumani.

Nel 2008 il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, le ha conferito l'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.

Per una visione completa dell’opera: www.evafischer.com

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