Teramo arrestato assessore alla Sanità 

La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Siamo di fronte al più classico esempio di conflitto di interesse, gli abruzzesi beffati ancora una volta”

L’Aquila, 22 settembre 2010 – È di questa mattina la notizia dell’arresto nel teramano dell’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Lanfranco Venturoni. Il provvedimento è stato emesso dalla procura di Pescara a seguito di un'inchiesta sui rifiuti attivata nel 2008. Con Venturoni, è stato arrestato l’imprenditore Di Zio, proprietario della Deco Spa azienda del settore rifiuti, e indagate altre 12 persone, tra le quali spiccano i nomi dei senatori del PdL, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, e del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. Gli avvisi di garanzia sono arrivati a destinazione mentre gli indagati stavano cercando di realizzare un inceneritore in Abruzzo.

Interviene per esprimere la sua opinione in proposito la viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, Concetta Alfieri: “Troppi sono gli interessi in ballo in questa storia. Venturoni è accusato, in veste di presidente del Consiglio di amministrazione della Team Spa, società che si occupa della gestione ambientale dei rifiuti, di aver favorito le aziende per aggiudicare loro i
lavori di realizzazione di un impianto di bioessiccazione dei rifiuti, proprio nel territorio di Teramo. È evidente che in qualità di assessore, Venturoni avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella vicenda traendo vantaggio economico per la sua azienda e per quelle dei suoi compagni. Siamo di fronte – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – al più classico esempio di conflitto di interesse; i politici di centro-destra hanno imparato bene questo ruolo, non possono fare diversamente avendo come ‘maestro’ eccellente, un leader nazionale quale il presidente del Consiglio”.

Immancabilmente, secondo la Alfieri, arriva l'attestato di solidarietà del presidente della Regione Gianni Chiodi: “Ci aspettavamo un atto di indignazione, ma niente. Come da copione Chiodi non si smentisce, per lui la parola corruzione non ha nessun valore. Tra colleghi si fa quadrato, si fa gruppo. Gli abruzzesi – conclude con sarcasmo – hanno dato fiducia a quello che sembrava il partito degli onesti, al nuovo che avanzava. E sono stati smentiti, beffati, ancora una volta, spudoratamente, irresponsabilmente”.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy