Mercato Monte Citorio: il primo “voltagabbana” fu Tremonti

Non c’è giorno che non esca sui mezzi d’informazione qualche notizia sull’ignobile “mercato delle vacche” in corso, con il quale Berlusconi sta cercando di “comprare” il voto di parlamentari dell’opposizione, in modo da ottenere un voto di fiducia con un numero che lo renda autosufficiente rispetto al gruppo di dissidenti del Fli di Fini. Anche i parlamentari di Idv sono stati oggetto di attenzioni (per ultimi Razzi e Favia) che hanno con decisione respinto al mittente le allettanti proposte (somme di denaro e posti da sottosegretario).
Berlusconi è così continuamente smascherato dalle sue azioni dalle quali risulta in modo incontrovertibile la totale incongruenza tra i suoi proclami e la realtà dei fatti, quando riguardano i suoi interessi. Così è giunto persino ad attaccare direttamente il Presidente della Repubblica, Napolitano, attraverso il suo fido deputato Bianconi, sostenendo che in caso di caduta del suo governo sarebbe addirittura costituzionalmente illegittimo un diverso governo che dovesse ottenere la fiducia del Parlamento: ma la nostra Costituzione lo prevede.
Così, chissà come mai, è invece legittima la compravendita di deputati e senatori se è Lui che la fa.
Io personalmente sono contro i “voltagabbana” e giudico severamente tutti coloro che cambiano casacca in corso di legislatura.
Ma Berlusconi, con la sua doppia morale, è l’emblema della corruzione delle coscienze e dei valori della nostra società. (D’altronde è la sentenza Mills che lo giudica anche sotto il profilo penale corruttore in atti giudiziari e quindi corruttore in senso stretto).
Voglio però ricordare qui che la vita politica di Berlusconi è costellata di episodi di corruzione politica, fin dal suo primo governo del 1994. Anche allora, come oggi, tentò di fare e fece “shopping” tra i deputati, soprattutto della Lega Nord, quando Bossi decise di uscire dalla sua maggioranza.
Ma in assoluto la corruzione di governo fu posta in essere già dal voto di fiducia al Senato, dove non aveva maggioranza, e dove la ottenne grazie all’acquisto due parlamentari.
Il primo, oggi assai noto, si chiamava Giulio Tremonti.Candidato nelle liste del PSI alle politiche del 1987 in quanto vicino a Gianni De Michelis, tra il 1979 e il 1990 fu uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze socialisti Franco Reviglio e Rino Formica. Per un breve periodo, negli anni ’90, Tremonti fece parte di Alleanza Democratica, e poi del movimento politico fondato da Mario Segni, il Patto Segni, con il quale venne eletto deputato nel 1994. Di lì Tremonti passò attraverso la Federazione Liberaldemocratica, a Forza Italia e votò la fiducia al primo governo Berlusconi, avendone in cambio la nomina a Ministro delle Finanze.
Il secondo, meno noto, rispondeva al nome di Luigi Grillo, oggi tuttora senatore. Nel 1994 fu eletto al Senato con Partito Popolare di Mino Martinazzoli. L'astensione di tre senatori fu determinante per il voto di fiducia al primo governo Berlusconi. Al termine delle elezioni tenutosi in quell’anno, al Senato, il centro-destra ottenne 156 seggi contro i 159 delle opposizioni. Il primo governo Berlusconi ottenne la fiducia con 159 voti a favore e 153 contrari, uno più del necessario, grazie al “Sì” dei Senatori a Vita Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone e all’uscita dall’aula, al momento del voto, di Vittorio Cecchi Gori, Tommaso Zanoletti, Stefano Cusumano e Luigi Grillo, che abbassarono il quorum a 158 voti. Tra essi appunto Grillo che, passato a Forza Italia, ottiene in cambio la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Grillo è indagato per concorso morale in aggiotaggio nell'ambito dell'inchiesta Bancopoli ( Fiorani-Banco Popolare di Lodi).

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