Gentile Direttore,
“chi tace acconsente” è un celebre detto e quando mi capita di porre una domanda pubblicamente alla nostra politica, o meglio a chi gestisce la nostra società, e non ricevo alcuna replica, ecco…allora ho la conferma di aver detto la cruda verità. Spesso questa verità è dura da accettare. Resta il fatto che questo silenzio è codardo di fronte a fatti che coinvolgono dignità e portafogli altrui.
Gianfranco Miccichè poco più di un anno fa minacciò di costituire il Partito del Sud o del Popolo Siciliano. Per calmare gli animi (non sottovalutiamo che vi sono in questo governo fior di ministri siciliani), il premier Berlusconi, con un immediato provvedimento, inviò 4,313 miliardi di euro nella nostra bella Regione Autonoma. Non ho mai capito in che senso sia autonoma, ma senz’altro non economicamente. Non ho neppure capito dove siano finiti quei denari. Con quell’enorme cifra per la loro Sicilia, sia Miccichè che Raffaele Lombardo espressero un’eccitata e gioiosa gratitudine. Dopo 14 mesi, vale a dire in questi giorni, Miccichè, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, abbandona il PdL per fondare il benedetto Partito del Sud o Siciliano, non mi interessa la corretta denominazione. Anche Raffaele Lombardo si sfila, sia dal PdL che da Miccichè per accostarsi a Casini, Fini e Rutelli e chissà chi altro del PD. E sapete che cosa dicono ora questi politici isolani? Che abbandonano il PdL perché questo governo lascia naufragare la Sicilia, insomma non la aiuta abbastanza. Se non dovessi alzarmi per andare a prendere un ansiolitico, ora cercherei qualche notizia per riportare ai lettori quanti soldi dello Stato, cioè nostri, sono finiti oltre lo Stretto di Messina. Allargando la focale della mia analisi alle altre regioni meridionali, e se vi fosse una giustizia karmica anche in politica, ora l’ex Regno delle due Sicilie dovrebbe restituire al nord tutti i quattrini ricevuti nel dopoguerra a fondo perduto, con gli interessi e per i prossimi 60 anni.
Marco Chierici
