ImpresSionismi e Voli di Banane

L’articolo di John Pilger che segue, parla di propaganda, di false realtà e Fatti. Un discorso vecchio per molti, e nuovo magari per altri. Non mi sembra così “spinto” accostare quanto Noam Chomski espose sulla lotta di classe e la Rabbia. La rabbia si sposta sul Governo e non sulle Aziende che rimangono invisibili, come i loro profitti. Nell’articolo si accenna alle Banche, ad esempio. Nell’articolo si accenna alla propaganda del fumo, che apparve come libertà di esprimersi pubblicamente per le donne: molti anni fa.Un’occasione di riflessione e analisi. L’azione? Mi piace ricordare Frank Zappa : “Le ultime elezioni hanno posto le basi per i prossimi 500 anni di medioevo”. Absolutely free ed era il 1968. La Liberazione è un esercizio quotidiano: tento da una vita di smettere di fumare…Free your mind…sembra facile. E allora via via vieni via di quì…sembra facile…Chips chips chips Du du du Ci Bum bum bum.

Doriana Goracci


Bandiere alzate, notizie fabbricate by John Pilger

Il tanto rumore per nulla a Washington circa una possibile ritirata delle truppe americane dall’Iraq è solo l’ultima trovata per offuscare la determinazione Americana di continuare a combattere la guerra. Lo stesso modo di manipolare le notizie è usato anche qui, in Gran Bretagna. Edward Bernays, il nipote americano di Sigmund Freud, è considerato l’inventore della propaganda moderna. Durante la Prima Guerra Mondiale, faceva parte di un gruppo di liberali influenti che escogitarono una campagna governativa segreta per persuadere gli americani che fosse necessario spedire le loro truppe in una sanguinosa guerra in Europa. Nel suo libro Propaganda, pubblicato nel 1928, Bernays scrisse che “l’intelligente manipolazione delle abitudini organizzate ed opinioni delle masse è un elemento importante in una qualunque società democratica” e che i manipolatori “costituiscono un governo invisibile che è il vero potere governante del Paese”. Invece di propaganda, Bernays coniò l’eufemismo delle “pubbliche relazioni”.L’industria di tabacco americana lo ingaggiò con l’intento di convincere le donne che fosse accettabile fumare in pubblico. Associando il fumo all’emancipazione femminile, Bernays trasformò delle banali sigarette in “fiaccole della libertà”. Nel 1954, si inventò una congiura comunista in Guatemala come scusa per delegittimare il governo democraticamente eletto le cui riforme democratiche stavano minacciando il monopolio del traffico delle banane fino ad allora detenuto dalla United Fruit Company. Il colpo di stato fu definito “liberazione”.Bernays non era un fervente uomo di destra. Era un liberale elitario che credeva nella “costruzione del consenso pubblico” per il raggiungimento di uno scopo più grande. Questo poteva essere ottenuto tramite la creazione di “false realtà” che poi sarebbero diventate “notizie”. Eccovi alcuni esempi dei giorni nostri:

Falsa realtà Le ultime truppe di assalto hanno lasciato l’Irak “come promesso e secondo programma”, ha dichiarato il Presidente Barack Obama. I telegiornali sono stati invasi da immagini cinematiche ritraenti gli “ultimi soldati americani” ritratti alla luce del tramonto mentre varcano il confine con il Kuwait.

Fatto I soldati non sono mai partiti. Almeno 50.000 truppe continueranno ad operare in 94 basi militari in Irak. I raid aerei americani rimarranno invariati così come rimarranno operative le forze speciali di assalto con licenza di uccidere. Il numero di “mercenari militari” (al momento circa 100.000) è in crescita. La maggior parte del petrolio irakeno è ora sotto diretto controllo delle forze occupanti.

Falsa realtà I presentatori della BBC hanno descritto la partenza delle truppe americane come una sorta di “esercito trionfante” che ha ottenuto “un incredibile cambio nel futuro dell’Irak”. Il loro comandante, David Petraeus, è descritto come “celebrità”, “fascinoso” e “incredibile”.

Fatto Non c’è stata nessuna vittoria. Infatti, il disastro è catastrofico ed il tentativo di presentarlo come qualcosa di completamente diverso è il classico esempio del modello di campagna di Bernays per “spacciare” lo sterminio della Prima Guerra Mondiale come “necessario” e “nobile”. Nel 1980, Ronald Reagan, nella sua campagna per la presidenza degli Stati Uniti, spacciò l’invasione del Vietnam, durante la quale oltre tre milioni di persone persero la vita, come una “causa nobile”, un tema poi ripreso entusiasticamente da Hollywood. Oggi, i film sulle guerra in Irak hanno una simile dinamica, con gli invasori descritti al contempo idealisti e vittime.

Falsa realtà Non si conosce l’esatto numero dei morti in Irak. Di solito si cita un numero “indefinito” o altre fonti azzardano un “decine di migliaia”.

Fatto Almeno un milione di irakeni sono morti come diretta conseguenza dell’invasione guidata dalla coalizione Anglo-Americana. Questo numero, secondo l’Opinion Research Business, si basa su una ricerca accurata della John Hopkins University in Washington, DC, i cui metodi sono stati segretamente definiti come “ottima pratica” e “solidi” dal consigliere scientifico capo del governo Blair. Questi numeri sono raramente riportati o presentati ai “fascinosi” generali americani. Come non lo è lo sfratto di quasi quattro milioni di irakeni, il mal nutrimento della stragrande maggioranza dei bambini irakeni, l’epidemia di malattie mentali e l’inquinamento ambientale.

Falsa realtà L’economia Britannica ha un deficit di un miliardo di sterline che va ridotto tramite dei tagli al servizio pubblico e aumento delle tasse, nello spirito perfetto del “siamo tutti nella stessa barca”.

Fatto Non siamo tutti nella stessa barca. Quello che è incredibile di questo trionfo delle pubbliche relazioni è che solo 18 mesi fa, l’esatto opposto riempiva tutte le prime pagine dei giornali e dei telegiornali. Poi, in una specie di stato di shock, la realtà è venuta alla luce, anche se solo per breve tempo. I giochi sporchi di Wall Street e della City di Londra sono venuti allo scoperto, così come la venalità delle tanto celebrate facce di bronzo. Miliardi di soldi pubblici sono finiti in mano ad organizzazioni incapaci e truffaldine meglio conosciute come banche, che hanno potuto farla franca grazie all’appoggio dei laburisti.

Poco meno di un anno dopo, i profitti record ed i bonus pagati ai dirigenti sono poco più di un vago ricordo e il “buco nero” non è più colpa delle banche ma dei cittadini che ora debbono accollarsi il debito per qualcosa di cui non sono responsabili. Il coro dei media, folgorati dalla saggezza, che spacciano questi tagli come “necessità”, è unanime: dalla BBC al the Sun. Un colpo da maestro, direbbe Bernays.

Falsa realtà Ed Miliband offre una “genuina alternativa” come nuovo leader dei laburisti.

Fatto Miliband, come suo fratello e quasi tutti quelli che oggi si candidano a capo del partito laburista, è parte integrande dell’influente mondo dei New Labour. Come parlamentare e ministro laburista, non ha fatto nulla per rifiutarsi di servire Blair né ha parlato contro la natura guerrafondaia del partito. Ora definisce l’Irak come un “errore madornale”. Chiamarlo errore è un insulto alla memoria dei morti. Si dovrebbe definirlo un crimine di dimensioni enormi. Milliband non ha nulla di nuovo da dire circa le altre guerre coloniali combattute, nessuna delle quali considerate un errore. Come si guarda bene dal chiedere una giustizia sociale base secondo la quale, per esempio, coloro che ci hanno spinto nel baratro della recessione dovrebbero farsi carico di tirarci fuori e che la minoranza britannica dei super ricchi dovrebbe essere soggetta ad una maggiore tassazione, a cominciare da Rupert Murdoch.

La buona notizia è che le false realtà spesso falliscono laddove la gente si fida della propria intelligenza critica. Due documenti classificati e recentemente pubblicati da WikiLeaks testimoniano la preoccupazione della CIA per le popolazioni dei Paesi europei le quali, opponendosi alle politiche di guerra governative, non soccombono alla normale propaganda attuata attraverso i media.

Per chi ha in mano le sorti del mondo, questa è una vera patata bollente, in quanto il loro potere si basa esso stesso sulla falsa realtà secondo la quale la resistenza popolare non funzioni. Invece sì.

Ringrazio per la traduzione italiana, Vanessa Bellardinelli.

Articolo originale: http://www.newstatesman.com/international-politics/2010/09/pilger-iraq-false-war-public


L’immagine iniziale che ho scelto è This is a plane opera di Miki ‘Ringhio’ Vergani

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