Scacco al Re o scacco matto?

di Oronzo Valentini

Prima della pausa estiva ho cercato di ricostruire la vicenda che ha condotto all’editto del 29 luglio, addebitando buona parte della paternità di quel disastro politico agli “ex colonnelli”. Successivamente ci fu lo “show down” degli stessi, che tradendo in maniera definitiva la propria storia politica, scelsero di seguire Berlusconi e non Fini. L’ultimo tassello di questa ricostruzione, oggi confermata ed avvalorata dall’intervento del Presidente Fini a Mirabello, è stato incasellato ieri sera nella riunione di Arcore.
Dopo l’atteso discorso del “co-fondatore eretico”, che in definitiva ha confermato la sua volontà di restare nel centro-destra, a sostegno del governo Berlusconi, seppur in una posizione di critica costruttiva basata su proposte politiche chiare ed inequivocabili, i nodi sono venuti al pettine. Umberto Bossi, senza indugio, ha fatto la sua mossa: “ora basta, adesso al voto”. Il Presidente del Consiglio e tutti gli “ufficiali di complemento” hanno assistito inermi alla sopraffazione dell’unico alleato rimastogli, che, con la solita scaltrezza politica, gli ha messi spalle al muro. Chapeau!
L’unico “coup de théâtre” che il Cavaliere è riuscito a mettere in campo, in questa occasione, è stato il maldestro tentativo di chiedere al Presidente della Repubblica il licenziamento in tronco del Presidente della Camera. Ovviamente, nella sua concezione padronale, dopo aver capito che la terza carica dello Stato non è alle sue dipendenze, ha immaginato che tale rapporto potesse esistere con Napolitano, che rappresenta la carica istituzionale dello Stato più alta.
Lo scacco di Bossi a Berlusconi e a quel che resta del PdL dimostra, senza tema di smentita, che nel tentativo di eliminare il socio scomodo, il partito di maggioranza relativa ha consegnato all’alleato nordista il comando della coalizione.
Fortunatamente la corsa forsennata alle elezioni dei leghisti, che potrebbe determinare un rafforzamento elettorale della Lega Nord ai danni della corte berlusconiana, può essere ancora fermata. Bisogna fermare le pulsioni egoistiche e totalitarie per ritornare alla centralità della politica. Solo grazie all’arte alta e nobile, di cui ha parlato Gianfranco Fini a Mirabello, sarà possibile evitare che il più grande partito del Popolo Italiano passi alla storia come il più grande trampolino di lancio per le ambizioni espansionistiche di Bossi e compagni.
In caso contrario lo scacco al re diventerà scacco matto.

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