Contrattazione e federalismo

LAVORO E DIRITTI

a cura di rassegna.it

I nodi da sciogliere – Nei prossimi mesi ci saranno importanti novità con cui fare i conti sul piano delle politiche sociali. Sul piatto ci sono contrattazione, federalismo fiscale e statuto dei lavori

di Paolo Andruccioli

CONTRATTAZIONE SOCIALE E FEDERALISMO FISCALE – La contrattazione sociale su cui sta puntando molto la Cgil dovrà tenere conto nei prossimi mesi di due novità importanti sul piano delle politiche sociali. La prima riguarderà gli effetti della manovra di Tremonti sulla gestione delle risorse a livello locale, visti i tagli confermati alle Regioni e ai Comuni. La seconda novità riguarda la tendenza sempre più pronunciata di affidare una parte della leva fiscale proprio alle amministrazioni locali.

Il federalismo fiscale non è comunque ancora all’ordine del giorno anche se il 4 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto attuativo del federalismo fiscale che disciplina l'autonomia impositiva dei Comuni. Il provvedimento ora dovrà passare all'esame della Conferenza Stato-Regioni e del Parlamento per poi tornare al Consiglio dei ministri per l'ok definitivo. Il decreto attuativo prevede una cedolare secca sugli affitti e la tassa unica per i comuni. Al termine del Cdm, alcune dichiarazioni hanno creato incertezza sull'entità della cedolare secca.

Si sa che il Consiglio ha abbassato l'aliquota (inizialmente era del 25%), ma non sono univoche le indicazioni dei ministri. Uscendo dal Consiglio, il titolare delle Politiche agricole Giancarlo Galan ha indicato il 22%, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha dichiarato: “Io mi ricordo il 20%, ma non vorrei sbagliare”. Ha chiarito tutto Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa: “La cedolare secca sugli affitti è al 20%, aliquota che riguarda gli affitti normali, non quelli agevolati. Partirà dal primo gennaio 2011”.

La cedolare sugli affitti. L'abbassamento al 20% dell'aliquota sugli affitti, che nella prima bozza era attestata al 25%, è la vera novità di un decreto che mira a far decollare il federalismo municipale, grazie a una nuova fiscalità legata al patrimonio immobiliare. Dal 2011, dunque, le imposte sugli affitti si potranno pagare con una cedolare secca.

Ma ovviamente non siamo ancora al federalismo fiscale. L'imposta municipale propria, come spiega lo stesso decreto approvato all’inizio di agosto, 'può essere istituita, a decorrere dall'anno 2014, con deliberazione del Consiglio comunale adottata entro il 30 novembre dell'anno precedente sul presupposto di consultazioni popolari svolte secondo lo statuto comunale e sostituisce, per la componente immobiliare, l'imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, l'imposta di registro, l'imposta ipotecaria, l'imposta catastale, l'imposta di bollo, l'imposta sulle successioni e donazioni, le tasse ipotecarie, i tributi speciali catastali e l'imposta comunale sugli immobili'.

Il PIANO DI SACCONI (VERSO LO STATUTO DEI LAVORI) – Statuto dei lavori, bilateralità, fisco più leggero sulla parte del salario che, in base ad accordi territoriali o aziendali, consente di aumentare la produttività o gli utili della società in cui si lavora. Sono i punti principali del cosiddetto “Piano triennale per il lavoro” del ministro Maurizio Sacconi, ampiamente annunciato da mesi e presentato alle parti sociali il 3 agosto.

L’obiettivo, si legge, è quello di “aprire il cantiere per una riforma generale del sistema fiscale correlata al completamento del federalismo istituzionale e ai grandi cambiamenti intervenuti nella produzione e composizione della ricchezza”.

Secondo il ministero, la riduzione della pressione fiscale sul reddito da lavoro è stata avviata già nel primo consiglio dei ministri dell'attuale governo con la detassazione degli straordinari, provvedimento però da più parti considerato inopportuno e fuori tempo, visto che la crisi ha poi colpito l’occupazione e le ore di straordinario si sono drasticamente ridotte.

Lo ‘Statuto dei lavori’ ipotizzato da Marco Biagi, oggetto di un disegno di legge delega che il governo presenterà in Parlamento, nelle intenzioni di Sacconi “costituirà la rinnovata cornice dei diritti inderogabili di legge entro la quale le tutele potranno trovare una modulazione più moderna”. L’intero impianto “affida alla bilateralità e alla contrattazione collettiva, così come congegnata dalla recente riforma degli assetti contrattuali e sostenuta dalle misure di decontribuzione e defiscalizzazione, l’obiettivo di incentivare la produttività del lavoro e il connesso incremento delle retribuzioni, diretto o indiretto, attraverso servizi integrativi e tutele aggiuntive di tipo promozionale”.

“Le proposte di quello che viene chiamato pomposamente ‘Piano Triennale per il Lavoro’ ripropongono senza grandi novità le tesi del Libro Bianco dello scorso anno”. Questo in sintesi è stato il giudizio dei segretari confederali della Cgil, Danilo Barbi e Fulvio Fammoni, i quali contestano il fatto che ‘‘le parti, benché siano state convocate per il 3 agosto, apprendano oggi dalle agenzie il piano del ministro: il che dimostra, come al solito, una ‘altissima’ considerazione del ruolo delle parti sociali”.

Nel merito, la Cgil osserva che il documento “non contiene alcuna proposta per creare nuova occupazione ma si limita a ribadire una linea che, dall’inizio della crisi, non ha impedito che si determinassero: un milione di disoccupati in più a partire dai giovani precari; quasi un milione di lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione; la riduzione dell’occupazione femminile; il record storico della disoccupazione giovanile oltre il 30%; il crollo delle attività produttive nel Mezzogiorno”.

Per questo, fanno sapere i due dirigenti sindacali, “continuerà l’iniziativa di proposta e di protesta. Il collegato lavoro è per ora fermo in Parlamento, forse vedrà luce alla fine dell’anno ma poi incapperà negli evidenti problemi di incostituzionalità che contiene. La riforma degli ammortizzatori sociali deve essere fatta sulla base delle deleghe del 23 luglio 2007 e non può essere stravolta”.Diverso il giudizio di Cisl e Uil. Per Bonanni e Angeletti il superamento dello Statuto dei lavoratori è un’occasione importante per misurarsi meglio con gli effetti della crisi economica.

29 SETTEMBRE, SINDACATI EUROPEI IN CAMPO. Il primo appuntamento con le mobilitazioni d’autunno sarà quello del 29 settembre. La Ces ha deciso infatti una mobilitazione di tutti i sindacati europei contro i tagli alla spesa sociale e al welfare. La Cgil ha aderito e promuoverà una manifestazione in Italia. Purtroppo Cisl e Uil non hanno invece raccolto l’invito della Ces a una mobilitazione comune.

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