Umberto Bossi: "I governi tecnici sono come l’anguria: verdi fuori e rossi dentro"

Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi così li ha definiti parlando al tradizionale comizio di Ferragosto a Ponte di Legno, sopra un palco dove figurano, fra gli altri, il ministro Roberto Calderoli, il presidente del Piemonte Roberto Dota, il sottosegretario alla sanità Francesca Martini e il segretario della Lega nel Veneto Giampaolo Gobbo.Sul palco il Senatur ha improvvisato un duetto con Calderoli, chiedendogli, con un sorriso, cosa pensava del governo tecnico. Calderoli ha risposto che “i governi tecnici sono tecnici fuori ma politici dentro, e grattano tutto il fondo del barile”. A questo punto Bossi ha ripreso la parola per dire che sono come l'anguria, e il ministro della Semplificazione è andato avanti aggiungendo che come l'anguria hanno i semi, “che devi sputare, e noi – ha aggiunto – continueremo a sputarli”.Bossi: infiltrazioni anche al Nord e nella politica – Mentre il ministro dell'Interno Roberto Maroni parla a Palermo della lotta alla mafia e dei risultati raggiunti, da Ponte di legno Umberto Bossi lancia l'allarme sulle infiltrazioni anche al Nord e nella politica. “Al Sud è difficile andare – ha detto chiacchierando in nottata -. Ho dato la concessione per aprire una sede della Lega in Calabria e due giorni dopo c'era uno della 'ndrangheta''. Secondo il ministro delle Riforme la lotta alla criminalità organizzata non deve essere concentrata solo nel mezzogiorno: “Si infiltrano da tutte le parti – ha detto -. La Brianza ha molte infiltrazioni, perché c'è la possibilità di costruire…”.Infiltrazioni anche in politica ma “non nella Lega. Io li tengo fuori dalla porta”. Sul consigliere regionale della Lombardia Angelo Ciocca il cui nome è apparso nella maxi inchiesta sulla 'ndrangheta che ha portato all'arresto di oltre 300 persone, buona parte al Nord, Bossi ha gettato acqua sul fuoco e ha sottolineato che buttare fuori qualcuno che non è nemmeno indagato sarebbe come “una condanna a morte”. “Non fa l'assessore. E' lì bloccato – ha concluso -. La magistratura seguirà il suo corso. Se lo butto fuori è condannato anche se innocente”.

Certamente il Nord non starà fermo a guardare la nascita di un governo tecnico perché sarebbe “l'inizio del gran casino”, ma di secessione ora certamente non si parla. Dopo che Roberto Calderoli ha detto e ripetuto che il nord nel caso di un esecutivo non composto dalla maggioranza che ha vinto le elezioni ha il diritto e la necessità di andare via, il segretario della Lega ha spiegato che però non si tratta di secessione. “Forse Calderoli ha fatto una minaccia – ha detto Bossi con i giornalisti chiacchierando a notte fonda -. E' il Consiglio federale che decide quelle robe lì e la spallata non è stata decisa. Calderoli sta attento a quello che dice il Consiglio. Non l'ho mai visto andare da solo”.

La via da seguire, anzi da continuare a seguire per il federalismo è quella democratica. “Io – ha osservato Bossi – ho ottenuto di portare a casa tutto quello che si può portare democraticamente”. Per le spallate “non è il momento”. Ora, secondo il Senatur, “il Nord deve fare due passi; il federalismo e il decentramento”. Certo, ha aggiunto “poi il Nord può fare tutto” e dato il suo peso a livello europeo, “se chiede l'autonomia, hai voglia a non dargliela”. Ma ciò a cui pensa ora il segretario della Lega Nord in caso di governo tecnico è la piazza. “Io penso che se scatta la scintilla – ha concluso – Berlusconi andrà in piazza e questa volta andrà con molte persone”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/08/16/governi-bossi-anguria.html

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