di Domenico Brocato
Sembra oramai evidente che questa maggioranza sia in difficoltà nel realizzare il programma di governo approvato nel 2008 e nell’offrire soluzioni adeguate ai temi sul tappeto.
Non è piu’un problema di mera “stabilità di governo “ perché c’è una maggioranza relativamente ma quantitativamente forte; è, invece, un problema di “stabilità politica” perché è una maggioranza costruita sull’esigenza primaria (secondo la legge elettorale) di realizzare partiti o contenitori più grandi possibili e, quindi, necessariamente mettere in seconda fila le identità, le tradizioni, le culture e i progetti dei partiti che si fondono.
Stiamo ovviamente vivendo una indiscussa crisi di identità che impedisce la formulazione di un progetto fondato su valori condivisi e che costringe il governo a vivere “carpe diem”. Senza una forte strategia di riferimento che affronti con decisione e coraggio le scelte necessarie.
Paradossalmnete tale crisi ha investito anche le opposizioni che, al di là di un logoro antiberlusconismo, non riescono a proporre una valida e concreta alternativa se non quella ormai anacronistica della demonizzazione della persona e non dei contenuti-
Gli stessi Casini, Fini e Rutelli soffrono di tale situazione: avanzano controproposte interessanti e coraggiose e forse all’ avanguardia su alcuni problemi non sempre marginali e invocano formule di governo suggestive a volte precorrendo i tempi a volte non sempre nuove. Ma anche loro non presentano una proposta complessiva, una diversa “politica di Bilancio” che dia il segno di una vera gerarchia di valori e di una capacità reale di uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo.
Dobbiamo riconoscere che solo dal libero Mondo Associazionistico vengono iniziative culturali, proposte concrete e suggerimenti preziosi per una linea politica che sappia cogliere i fermenti positivi di questa crisi e sviluppi un progetto di società fondato su un nuovo umanesimo. I Circoli stessi di Generazione Italia rappresentano al momento una vasta onda di dissenso e malcontento esistenziale e politico pur possedendo per la loro stessa natura innovativa il germe del cambiamento come nel “KAOS” primordiale ma ancora crisalidi del tutto incapaci di esprimersi unitariamente attendendo di trasformarsi da cellule staminali in specializzate
Se il problema centrale è quello dell’identità non possiamo proseguire sulla strada della Grande Arca dell’Alleanza da destra a sinistra costituendo improbabibili teatrini da baraccone con mega partiti al cui interno ci sia di tutto: cattolici, socialisti, liberali, laici, repubblicani, socialdemocratici,artisti,poeti,calciatori e cantanti. I veri pilastri del centro destra sono Fini e Berlusconi e non gli estremi dicotomici come alcuni vorrebbero rappresentare: capire questo per ridare fiducia e identità politica all’ Italia e’ segno di grande intelligenza politica
Mi sono chiesto in questi giorni, come sia possibile evitare lacerazioni istituzionali irreparabili: La via non e’ da inventare perchè è sempre quella della tolleranza , dell’ascolto, del dialogo e deela temperanza convinti che l’obiettivo sia l’intesa per una “etica condivisa per il bene comune e dell’ Italia” anche con chi non la pensa come noi. Ma, proprio per consentire che anche i nostri valori siano rispettati, è indispensabile una forza politica che faccia dell’ispirazione della patria, della legalita’e del cristianesimo laico il suo punto centrale di riferimento. Infatti gli stessi principi cattolici si sono ormai da tempo affrancati dalla loro matrice cristiana per divenire assimilati concetti universali come di umanita’,carita’e rettitudine.
Sono i valori umani che vanno messi al primo posto e il perseguimento degli stessi:non dobbiamo fare lo stesso errore degli altri perché sacrificheremmo all’esigenza di ricomporre un soggetto intorno a chiari ideali, valori, principi e programmi quello della politica intesa come la necessità di “contare” individualmente per ragioni di personale prestigio.
Esiste l’innegabile esigenza di un rinnovato impegno politico dei cittadini che puo’può dare un risultato utile al “Bene comune” solo se tutti i movimenti, le associazioni e i gruppi riusciranno a coordinarsi superando quel “narcisismo a volte latente a volte sfacciatamente comportamentale, di chiusura, di isolamento operativo che tende al protagonismo scandito dalla gara alla visibilità”.
Con questo spirito, rivolgo a tutte le iniziative suddette, ovunque politicamente collocate, l’invito ad incontrarci per trovare insieme un modello di coordinamento che ci consenta di riportare in politica i nostri valori.