on. Antonio Di Pietro
A luglio l'inflazione in Italia è balzata all'1,7%. E' il dato più alto dal dicembre 2008. Le stime diramate dall'Istat aprono il campo a uno scenario paradossale.
Oggi in Italia il costo della vita è ai livelli del 2008, con una differenza sostanziale: due anni fa la crisi economica era ancora una previsione teorica. Non c'erano fabbriche in dismissione, non c'erano migliaia di cassaintegrati, non c'era la fuga degli imprenditori all'estero. Oggi, invece, gli effetti della crollo finanziario hanno sconvolto il mercato del lavoro italiano.
Precari e disoccupati sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi 12 mesi. Le multinazionali, come la GLAXO, hanno lasciato il Veneto per aprire bottega altrove. Il mondo della Scuola ha partorito disastri sotto i colpi del ministro Gelmini.
Soprattuto per questo l'aumento dell'inflazione deve preoccuparci. In autunno, con la stagione estiva alle spalle, la crisi economica tornerà ad essere galoppante. Scadranno migliaia di Cigs e contratti di solidarietà che hanno consentito la sopravvivenza a molte famiglie negli ultimi mesi. Il futuro di centinaia di aziende e di migliaia di dipendenti è appeso a un filo. I più accreditati giornali economici internazionali (come The Economist) danno l'Italia fra i Paesi a rischio default.
In questo scenario preoccupante si inserisce una maggioranza parlamentare spaccata in due, impegnata nella ricerca di chi ha rubato di più. E del resto è un copione già visto.
Mentre i precari assediavano i tetti delle aziende in chiusura, il Governo si occupava del legittimo impedimento. Mentre il mondo della Scuola generava migliaia di nuovi precari, in Parlamento si discuteva della legge bavaglio. Mentre le multinazionali abbassavano in fretta la saracinesca, la maggioranza pensava al Nucleare per far contenta la Francia di Sarkozy, nazione fra le maggiori creditrici del debito pubblico italiano.
A proposito di debito pubblico: negli ultimi tempi cresce di oltre 16 miliardi al mese. Ogni trenta giorni l'Italia accumula un'enormità di debito. E forse bisognerebbe renderne conto ai cittadini, invece di continuare a disinformare la gente con scenari da mulino bianco.