MISSIONI INTERNAZIONALI: RAMPONI, PROROGA NECESSARIA E DOVUTA

di Federico Gennaccari

Arriva in aula al Senato il decreto sulle missioni internazionali per la sua definitiva conversione in legge. Ne parliamo con il sen. Luigi Ramponi, relatore per la Commissione Difesa.

Il decreto proroga le missioni al 31 dicembre…
“Si tratta del consueto rinnovamento della copertura delle spese per sostenere sia la componente militare impegnata nelle diverse missioni internazionali sia le iniziative di cooperazione per lo sviluppo”.

C'è qualche novità nelle norme del decreto?
“Nessuna novità. Qualche miglioramento soltanto per le condizioni relative al trattamento economico di alcuni tipi di missione e di alcune categorie di personale. Il discorso giuridico rimane uguale. Il numero dei militari partecipanti si aggira intorno agli 8.500, aumentati sino a 4.000 quelli in Afghanistan, ridotti quelli nei Balcani e nel Libano”.

La partecipazione italiana alle missioni internazionali è uno dei fiori all'occhiello della nostra politica estera, anche se a duro prezzo, come dimostra la morte dei due genieri, deceduti mentre erano impegnati in un'operazione di disinnescamento di ordigni…
“Le missioni internazionali sono uno dei due pilastri fondamentali della politica estera italiana assieme alle attività di cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Terzo Mondo. In tali operazioni l'Italia si è distinta e si distingue per capacità professionale, accompagnata da un'ineguagliabile comportamento dei confronti delle popolazioni soccorse al punto che la nostra presenza è sempre accompagnata da stima, gratitudine dei capi politici e religiosi di tali popolazioni che non esitano a manifestare nei confronti dei nostri rappresentanti politici e militari nelle sedi più disparate, da quelle locali a quelle internazionali, in particolare in sedi Onu”.

Dopo la morte dei due genieri a sinistra sono tornati a chiedere il ritiro dei militari italiani dall'Afghanistan?
“In Senato una sola voce quella dell'Italia dei Valori si è levata contro la partecipazione italiana alle operazioni internazionali. Ancora una volta rivelando una mentalità gretta e assolutamente impreparata sul piano internazionale, hanno citato anche a sproposito un adeguamento a sostegno di interessi perseguiti dagli americani che non sta né in cielo né in terra. Ricordo infatti che la nostra partecipazione è nell'ambito di una precisa richiesta dell'Assemblea delle Nazioni Unite in un quadro da una parte di soccorso alle popolazioni in gravi difficoltà e dall'altra nella logica di prevenzione ed attacco di insediamenti terroristici. Intanto registro che in Commissione anche l'opposizione ha votato a favore del decreto”.

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