Franco Narducci (PD): L’Italia ratifichi presto la Convenzione sulle munizioni Cluster

Il primo agosto è entrata in vigore la Convenzione contro gli ordigni a grappolo, portando a compimento quanto avviato nel maggio 2008 allorché oltre cento Paesi diedero vita, a Dublino, alla Conferenza che si poneva tale obiettivo. Un successo che però lascia un velo di tristezza per il fatto che l’Italia, Paese il cui Parlamento è stato il primo al mondo ad adottare uno strumento parlamentare contro le mine, ora, pur avendo sottoscritto la Convenzione, non si trova tra i primi 37 Paesi che l’hanno ratificata. E’ un ritardo inaccettabile che affievolisce la soddisfazione per l’entrata in vigore di tale Convenzione, che certamente non risolve i problemi ma rappresenta sicuramente un passo fondamentale per il rispetto del Diritto umanitario internazionale. Il Governo italiano sembra sordo anche ai richiami dell’Ue che ha invitato – con una risoluzione del Parlamento europeo dell’8 luglio scorso – tutti gli Stati membri che non ancora avessero ratificato la Convenzione di farlo con la massima urgenza e di adempiere al loro impegno entro la fine del 2010.

Allo stato attuale la Convenzione è stata firmata da 107 Stati, ma non da Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, Israele, l'India, il Pakistan, il Brasile. Un dato che suscita particolare preoccupazione poiché questi Paesi detengono una parte ingente di bombe e grappolo che, utilizzate anche recentemente nei Balcani, sono pericolose per la popolazione civile anche dopo il termine dei conflitti armati. Sono infatti tristemente noti gli effetti che tali munizioni inesplose hanno provocato sui bambini che le scambiano per oggetti da gioco. Le cluster bombs o munizioni a grappolo sono armi poste all’interno di un contenitore che esplodendo rilascia un certo numero di ordigni che coprono un’ampia area intorno al bersaglio e la cui illiceità si desume, prima di tutto, dal fatto di produrre effetti che non possono essere circoscritti con sicurezza nel periodo di tempo della belligeranza. Con l’entrata in vigore della Convenzione, come ha affermato papa Benedetto XVI, la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza e lungimiranza, un atteggiamento che dovrebbe essere fatto proprio dal Governo italiano affinché, in accordo con l’art. 11 della Costituzione, l’Italia possa rispondere pienamente alla sua vocazione di Paese difensore dei diritti umani non solo ratificando la Convenzione ma promuovendone l’implementazione anche presso gli altri Stati. Infatti l’uso delle cluster bombs, seppure in un contesto bellico, non consente il rispetto di alcune fondamentali regole del Diritto internazionale umanitario, come il principio di distinzione, di divieto di attacchi indiscriminati e di proporzionalità.

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