Borsellino fa ancora paura a molti anche a personaggi del mondo della politica. E l’ignobile episodio di eri ne è la conferma. E anche le coraggiose inchieste dei magistrati siciliani sulle stragi degli anni ’92 e 93’ non fanno dormire sonni tranquilli ai mandanti politici il cui nome e cognome ancora non è stato accertato processualmente. Ma si arriverà alla verità è sempre più vicina e noi dell’Italia dei Valori ci batteremo fino all’ultimo per farla emergere. Per noi e per tutti cittadini onesti Borsellino ed i suoi agenti della scorta, saltati in aria insieme a lui, sono degli eroi e non il pluripregiudicato Mangano, lo stalliere di Arcore, come afferma il senatore dell’Utri, condannato in Appello per concorso esterno in associazione mafiosa. Chi non si dissocia dalla parole del senatore del Pdl e cofondatore di Forza Italia, chi rimane in silenzio e non prova imbarazzo a sedersi accanto a lui in Parlamento, è certamente almeno
complice di quella stessa cultura che, solo a parole, dice di voler combattere.
Borsellino è stato ucciso perché aveva scoperto la trattativa fra lo Stato e la mafia e perche vi si oppose fermamente e quanto emerge oggi da notizie di stampa sul contenuto di una lettera inedita di Vito Ciancimino, è un’ulteriore conferma di questa realtà. Pezzi deviati dello Stato si adoperarono per far sparire documenti importantissimi e per depistare le indagini.
Domani, insieme al presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, all’europedutato Luigi De Magistris, all’on. Ignazio Messina, al coordinatore regionale, senatore Fabio Giambrone ed altri esponenti dell’Idv, parteciperemo, a Palermo, alle iniziative in memoria del giudice Paolo Borsellino e dei suoi agenti della scorta, barbaramente trucidati in via D’Amelio.