Un punto dell’economia: la povertà  in Italia

Autore Sandro Trento

L'Istat ha recentemente rilasciato i dati sulla povertà in Italia. Nel 2009 le famiglie italiane in condizione di povertà relativa sono 2.657.000, cioè circa l'11% delle famiglie residenti. Circa 8 milioni di italiani (il 13% della popolazione), dunque, sono in condizioni di povertà relativa. Una cifra molto alta, che deve far riflettere.
La povertà relativa viene calcolata in base a una soglia di consumi al di sotto della quale una famiglia viene considerata povera in termini relativi.
Rispetto al 2008 l'incidenza della povertà è rimasta tendenzialmente ferma. Ma è un dato che non deve ingannarci. Questa tendenza quasi invariata, infatti, va attribuita al fatto che nel corso del 2009 la crisi ha colpito prevalentemente i giovani con contratti temporanei. Dunque, trattandosi di ragazzi, sono soggetti che hanno avuto aiuti dalle famiglie.
Il dato ancora più preoccupante è che la povertà e molto più accentuata nelle regioni del Mezzogiorno. Nel 2009 al Sud la povertà relativa ha raggiunto circa il 23% delle famiglie. Si tratta di un numero elevatissimo. Questo è legato al fatto che al Sud sono tanti i casi in cui anche il capofamiglia non dispone di un'attività lavorativa.
Questo è un fenomeno che andrebbe affrontato con serietà e rigore.
Ritengo infine che vadano fatte due considerazione. La prima: l'Italia non ha gli strumenti efficaci per contrastare la povertà. La seconda è legata al dibattito in corso sul federalismo: un Paese nel quale in una vasta area come il Mezzogiorno ci sono il 23% di famiglie povere, è un Paese nel quale il federalismo potrebbe solo accrescere questa diversità economica. Se non poniamo attenzione a questo problema c'è il rischio che si creino ulteriori gradini economici fra le famiglie italiane.
L'Italia dei Valori crede che sia necessario introdurre nuovi strumenti di sostegno per le famiglie povere e di riduzione della povertà, specie nelle regioni meridionali.

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