Operazione storica contro la ‘Ndrangheta: volevano la secessione della Lombardia

L’operazione cominciata contro la ‘ndrangheta non si fa mancare proprio nulla. I dati, parziali – poiché sembra si sia ancora in corso d’opera – dicono che quello che sta succedendo oggi non ha precedenti. Oltre 300 sono le persone già arrestate in differenti aree della penisola, con i parziali più alti nelle regioni Calabria e Lombardia. Tremila gli agenti, tra Carabinieri e Polizia, impegnati dall’alba di oggi. Classici i capi d’accusa: associazione di stampo mafioso, traffico d’armi e stupefacenti, omicidio, usura ed estorsione. Due le Procure che hanno coordinato le indagini, quella di Milano e quella di Reggio Calabria con in testa i rispettivi procuratori Ilda Boccassini e Giuseppe Pignatone. Sessanta milioni l’equivalente in beni mobili e immobili sequestrati finora. Addirittura due filmati che testimoniano sedute e decisioni prese dai boss – uno dei quali, ironia della sorte, avvenuto a Paderno Dugnano (Mi), in un centro intitolato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Infine non mancano i nomi illustri e gli ospiti inattesi. In Lombardia sono finiti nella rete Carlo Antonio Chiriaco direttore sanitario dell’Asl di Pavia, Rocco Coluccio biologo e imprenditore residente a Novara, Francesco Bertucca imprenditore edile del pavese, Pietro Trivi assessore comunale di Pavia, Antonio Oliviero ex-assessore provinciale di Milano, ma anche 4 carabinieri di Rho (Mi) e un alto funzionario della sanità lombarda. Infine è stato arrestato anche Giuseppe Neri, indicato come il vertice assoluto della ndrangheta lombarda, e insieme a lui il resto del “consiglio d’amministrazione”: Pasquale Zappia con la carica di mastrogenerale, i fratelli Mandalari di Bollate (Mi) e Cosimo Barranca di Seveso (Mb).
Le famiglie colpite in Calabria sono quelle che dominano quasi tutto il territorio regionale: i Pelle di San Luca, i Commisso di Siderno, gli Acquino-Coluccio ed i Mazzaferro di Gioiosa Ionica, i Pesce-Bellocco e gli Oppedisano di Rosarno, gli Alvaro di Sinopoli, i Longo di Polistena, gli Iamonte di Melito Porto Salvo, per un parziale solo tra loro di circa 120 arresti.
L’operazione , che porta il nome per niente scontato de “Il Crimine”, palesa definitivamente con la sua portata ipotesi che ormai sono ricche di conferme e che da tempo sono evidenti. Dopo oggi il negazionismo diventerà una storiella. In particolare due sono le constatazioni doverose: primo, la colonizzazione della Lombardia da parte della ‘ndrangheta. Secondo, il tentativo di emancipazione dalla casa madre da parte dei nuovi gruppi cresciuti all’ombra dell’economia ricca del Nord. Tentativo che sarebbe però fallito visto l’omicidio dell’affiliato Carmelo Novella, avvenuto nel luglio del 2008 in un bar di San Vittore Olona. Novella sarebbe stato ucciso proprio per aver messo in giro la voce che “la Lombardia”, e cioè tutti i gruppi di ‘ndrangheta trapiantati al Nord, avrebbero potuto “fare da soli”.http://www.narcomafie.it/2010/07/13/operazione-storica-contro-la-ndrangheta-volevano-la-secessione-della-lombardia/

Dossier mafie in Lombardia

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