di Maria Grazia Siliquini
Sul tema delle intercettazioni è stato segnato un punto importante in Commissione Giustizia: il Governo si è arreso alle richieste dei finiani, presentando 6 emendamenti a un testo che aveva dichiarato immodificabile ed intangibile.
Successivamente, il relatore Giulia Bongiorno ne ha presentati altri 5, ritenendo in questo modo di contribuire a ulteriori miglioramenti su punti essenziali: venir meno della responsabilità degli editori quando vengono pubblicate intercettazioni non più coperte dal segreto istruttorio, le cimici degli agenti in casa e nei luoghi privati; via libera all’ascolto dei portaborse.
Abbiamo dimostrato che siamo in grado di fare la differenza: non abbiamo voluto cedere di un millimetro su alcuni principi per noi irrinunciabili, quali l’affermazione netta della legalità e la necessità di contemperare il diritto alla riservatezza con il diritto/dovere all’informazione.
E questa nostra posizione ferma ed intransigente, ha dato i suoi frutti: il Governo, responsabilmente, ha ascoltato le nostre critiche e preso atto di queste necessità di modifica, depositando gli emendamenti al testo (ben 6 emendamenti sono quelli depositati dall’On.le Costa, capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia), rendendo il testo migliore.
Pertanto è stato fatto un primo grande passo in avanti, verso la legalità e la libertà di stampa, che sono ritornati ad essere principi “cardine” e “guida” della legislazione, recuperando una centralità almeno in tema di intercettazioni, riconoscendoli come principi irrinunciabili per lo stato di diritto.
Un passo in avanti di buona volontà, quello del Governo, non ritenuto però ancora del tutto sufficiente: per questo motivo, come già anticipato, anche la Presidente della Commissione Giustizia, l’On.le Giulia Bongiorno, in qualità di relatore del provvedimento, ha depositato altri 5 emendamenti al testo, che ulteriormente lo migliorano e perfezionano. In particolare, viene raccolto l’appello di forze dell’ordine e magistratura includendo -tra i posti dove poter piazzare liberamente le cimici – anche le automobili e gli uffici dei sospetti, tornando così alla attuale definizione di “privata dimora”; viene cancellata completamente la responsabilità dell’editore, quando vengono pubblicati atti che sono già a conoscenza delle parti, ovvero non più segreti; un’altra importante modifica la possibilità di includere – tra le persone intercettate – anche i collaboratori dei deputati e senatori, affinchè non possano usufruire “indirettamente” dell’immunità di cui invero godono i loro datori di lavoro.
A seguito del deposito degli emendamenti dei finiani, lo stesso Governo ha chiesto una pausa di riflessione di 48 ore, per riflettere sulle modifiche proposte, rinviando la discussione e l’eventuale votazione a martedì prossimo.
Il dato politico rilevante, in sostanza, è che – ancora una volta – siamo stati noi a fare la differenza, in quanto – con la nostra determinazione nel voler migliorare la legge sulle intercettazioni, nell’interesse di tutti i cittadini e, quindi, della legalità – in parte siamo già risuciti a far apportare serie e concrete modifiche, con gli emendamenti del Governo, a quelle parti della legge “bavaglio” che, così come erano scritte, risultavano inaccettabili; per la parte restante, stiamo lavorando e speriamo in una conclusione positiva per martedì prossimo.
Grazie al nostro intervento, il Governo ha dovuto fare un passo indietro sulla tanto declamata immodificabilità del testo della legge approvata al Senato, ed un passo in avanti nella giusta direzione, quella indicata dai finiani, che ora sono pronti a votare gli emendamenti proposti dalla Presidente Bongiorno.
Una vittoria, quindi, nel segno dell’affermazione della legalità e della coerenza, che riteniamo indispensabili nell’attività legislativa del nostro Paese.