CARCERI: UDC, A REBIBBIA MANCA POLIZIA PENITENZIARIA FEMMINILE

I deputati Udc, Rao e Ciocchetti, hanno presentato e discusso in Commissione Giustizia della Camera un’interrogazione sul carcere romano di Rebibbia

“Al carcere femminile di Rebibbia manca il personale di polizia penitenziaria, che risulta in numero assai inferiore rispetto al minimo stabilito per garantire i livelli essenziali di sicurezza, nonché i diritti lavorativi.” Lo denunciano i parlamentari dell’Udc Roberto Rao e Luciano Ciocchetti che sulla questione hanno presentato e discusso, alla Commissione Giustizia della Camera, un’interrogazione a risposta immediata . “Abbiamo sottoposto all’attenzione del Ministro della Giustizia la difficile situazione in cui verte la casa circondariale femminile di Rebibbia, dove su 164 unità femminili del Corpo previste in organico ne operano solo 119, di cui 22 sono ultracinquantenni, 30 hanno figli a carico in situazioni di mono genitorialità ovvero prestano assistenza, 21 sono assenti per malattia o per maternità. La situazione , già di per sé allarmante , è resa ancor più grave dal sovraffollamento della struttura, dove si è ben oltre la capienza tollerabile. Rispondendo all’interrogazione, il Ministro della Giustizia – continuano gli esponenti dell’Udc – dopo aver confermato la scarsa presenza di personale femminile all’interno del carcere romano di Rebibbia, ha evidenziato come invece ci sia un esubero di personale maschile (58 unità maschili a fronte di una previsione di 36 unità) che, nei limiti consentiti dalle norme, potrebbe sopperire alla carenza di organico femminile. Al di là del fatto che viene da domandarsi come sia possibile che ci siano 22 agenti maschi in più rispetto all’organico predeterminato e che, comunque, non si può certo risolvere il problema spostando, laddove possibile, il personale maschile al reparto femminile, il vero problema di Rebibbia è un altro. Ossia che dall’istituto femminile risultano distaccate in altre sedi ben 71 unità che prestano servizio altrove, in uffici del dipartimento ed altre sedi ministeriali. Il Ministro della Giustizia ci ha confermato che è al vaglio un’ ipotesi di rientro alle attività d’istituto almeno di un parte del personale distaccato. L’auspicio è che questo possa avvenire in tempi brevi e che nella valutazione complessiva dei compiti assegnati al personale distaccato, si presti maggiore attenzione alla presenza di agenti all’interno del carcere femminile che , dati alla mano, è in grande sofferenza e necessita di un organico adeguato. Infatti, pur comprendendo le difficoltà derivanti dalla scarsità delle risorse a disposizione , esiste nel nostro Paese una vera e propria emergenza carceraria che va affrontata in maniera concreta. Nel caso specifico – concludono – è necessario ripristinare condizioni lavorative accettabili nell’interesse del personale femminile, dei detenuti e più in generale del buon funzionamento della struttura carceraria.”

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