Intervista a Chantal Andenmatten 17 giugno 2010 di Jean-Philippe Sturiale e Carmelo Vaccaro

Nell'era delle nuove tecnologie dell'informazione, molti giovani che arrivano al termine della scuola obbligatoria non sanno cosa fare, come proseguire. Alcuni non hanno vere motivazioni ed ancora tanto meno un progetto. Per questo, abbiamo intervistato la signora Chantal Andenmatten, Direttrice del settore insegnamento alla Direzione del post-obbligatorio (DIP), per capire meglio quali sono le possibilità di percorso scolastico e di formazione.

Sig.ra Andenmatten, quali sono i progetti in corso, dell’insegnamento post-obbligatorio, per permettere ai giovani di rimanere e perseguire un percorso scolastico al di là di quello obbligatorio ?

Sul principio, nella forma e nei fatti, tutti gli studenti che terminano la scuola obbligatoria hanno un posto per iniziare il percorso scolastico post-obbligatorio, dove ci sono una serie di percorsi che terminano tutti con dei titoli. Questo di già è il principio dell’insegnamento post-obbligatorio. Una formazione del secondario due, rilascia già un titolo (certificat) che è riconosciuto in Svizzera e, nella maggior parte, anche a livello internazionale. Dopo di ciò, ci sono delle distinzioni nei titoli che sono intercantonali, e titoli riconosciuti dalla Confederazione. I titoli che sono riconosciuti a livello intercantonale sono le formazioni di carattere generale come gli ECG ( Ecole de Culture Générale) e i collegi. Quest’ultimi rilasciano una maturità e gli ECG rilasciano un certificato e, da quattro anni soprattutto a Ginevra, una “Maturità Specializzata” che permette l’accesso all’HES (Haute Ecole Spécialisée). Quindi, il DIP s’impegna considerevolmente per permettere agli studenti di continuare negli studi o in una formazione, il Cantone di Ginevra è presente.
Per fare un esempio sugli ECG, dal 2003 abbiamo lavorato molto insieme con le Direttrici e i Direttori degli ECG, dove si rilascia un Diploma o un Certificato, che non è un titolo minore, ma è compatibile a livello internazionale. Ginevra è all’avanguardia in questi settori. Questi certificati si rilasciano nelle diverse opzioni. A Ginevra abbiamo scelto quattro opzioni (Salute, Sociale, Comunicazione e Informazione). Questo vuol dire che uno studente, alla fine della scolarità obbligatoria che preferisce l’ECG, sceglie un progetto nelle quattro opzioni e al termine dei tre anni avrà un Certificato nell’opzione scelta e, per ognuna di queste opzioni, potrà continuare con una Maturità Specializzata. Se riesce in quest’ultima, che è sovente il caso, potrà continuare nell’HES.
In ogni caso nessuno viene escluso dal sistema scolastico e questa è la preoccupazione principale.

La scolarità obbligatoria termina con il nono anno d’insegnamento e all’età di 15 anni. Sarebbe fattibile aumentare di un anno la scolarità obbligatoria per permettere agli studenti di essere più maturi per orientarsi nel proprio futuro o pensa che sia un’utopia?

Potrebbe essere possibile ma non a livello cantonale, queste sono decisioni che competono nell’ambito federale. Nel 2006 è stato votato un articolo, nella costituzione elvetica, che valida l’armonizzazione scolastica a livello svizzero. Adesso la Confederazione ha un po’ più di potere sui cantoni perché, quando dieci cantoni non riescono a mettersi d’accordo su un elemento necessario sull’armonizzazione scolastica, la Confederazione entra nel merito. Come risultato di questa armonizzazione sarà di aggiungere i due anni scuola infantile ai nove anni, per arrivare a undici anni di scuola obbligatoria.

La valorizzazione del percorso professionale (apprendistato,) fin dall'inizio, può rispondere a questa problematica? Come valorizzare l'apprendistato in maniera migliore?

In rapporto alla Svizzera tedesca, in quella Romanda si stenta ancora a valorizzare la formazione professionnale Scuola-Impresa.
Quello che esiste a Ginevra e, che sarebbe necessario conservare, quando non ci sono posti di apprendistato nelle imprese, noi abbiamo delle formazioni di apprendistato nelle scuole. Il Centro di formazione professionale tecnico, nelle costruzioni, nelle arti o ancora nel commercio, sono quelle soluzioni dove ci sono dei laboratori di diversi corpi di mestieri. Il Cantone di Ginevra organizza in tal modo nei settori professionali dove si ha la domanda di lavoro, ma non ci sono imprese che formano, di formare i giovani nella scuola.

A che punto è il progetto della maturità bilingue francese-italiano?
È un progetto che abbiamo trovato interessante. Abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie ed il contesto svizzero lo permette, considerato che l’italiano è una lingua nazionale. Abbiamo lavorato insieme con il Consolato Generale d’Italia su questo progetto per sviluppare al meglio questa opportunità che valorizza la lingua italiana. Tuttavia, per mancanza d’iscrizioni, non si è potuto partire. Questo non vuol dire che abbiamo abbandonato il progetto, vuol dire che sarebbe necessario che i potenziali studenti facciano prova d’interesse e, perché no, cercare di mirare e aumentare l’informazione sulla maturità bilingue. È un peccato che gli italofoni di Ginevra, non scelgano questo progetto. Speriamo che il prossimo anno si possa partire con il progetto della maturità bilingue francese-italiano.

Jean-Philippe Sturiale

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