Intercettazioni, Berlusconi: "In Italia 7.5 milioni di persone vengono spiate". L’Anm risponde: "Tutto falso"

“Così non può essere in un paese civile. Non è vera democrazia, non è tutelata la libertà di parola. Non lo tolleriamo più”. Così Silvio Berlusconi sulle intercettazioni. “Ditemi se è possibile essere spiati in questo modo. C'è una piccola lobby di magistrati e giornalisti che è contro” il disegno di legge del governo, dice il premier parlando all'assemblea della Confcommercio. “Noi abbiamo preparato il provvedimento in quattro mesi”, ma – racconta il Cavaliere – l'iter si è rivelato lunghissimo. “Ora si parla di metterlo in calendario per il mese di settembre, poi bisognerà vedere se il Capo dello Stato lo firmerà e poi quando uscirà ai pm della sinistra non piacerà e si appelleranno alla Corte costituzionale che, secondo quanto mi dicono, la boccerà”.Secondo il premier le intercettazioni “coinvolgono 7,5 milioni di persone” ed è anche per questo che, precisa il presidente del Consiglio, “bisogna riformare la nostra Costituzione e riformare profondamente le istituzioni del nostro Paese”. “L'architettura istituzionale” creata da nostri Padri costituenti “risentiva della dittatura” e di conseguenza il presidente del Consiglio, ribadisce il premier, ha “pochi poteri”. Quando un imprenditore come me deve passare sotto continue forche caudine, mi vien da dire “chi me lo fa fare, ritorno a fare ciò che facevo prima o vado in pensione”.Ma le parole e i numeri snocciolati dal presidente del Consiglio sono stati subito contestati dall’Anm. Il presidente dell'associazione nazionale dei magistrati, Luca Palamara, sottolinea il fatto che nel 2009 i bersagli intercettati sono stati 132.384, nel 2008 137.086 e nel 2007 129.081. “Sui tempi parlamentari del ddl di riforma – ha detto ancora il leader del sindacato delle toghe – non abbiamo nulla da dire, ma nel merito del ddl richiamiamo e ribadiamo le critiche che fino ad ora abbiamo mosso alla norma”. D'accordo con Palamara si è detto anche il vicepresidente dell'Anm, Gioacchino Natoli, che a proposito del denaro speso dallo Stato per le intercettazioni ha sottolineato: “Queste spese vengono soltanto anticipate dallo Stato, ma in caso di condanna vengono recuperate a carico dei condannati. Se poi chi deve recuperare le spese non lo fa, non è un problema che può essere caricato sulla magistratura”. Sempre Natoli ha anche posto l'accento sul fatto che la magistratura “sta cominciando a pensare all'impatto che questa nuova legge potrebbe avere se entrasse in vigore: non c'è la copertura organizzativa. Se la magistratura e il personale organizzativo – ha spiegato Natoli – non riusciranno a fare ad esempio le proroghe entro 72 ore non sarà per cattiva volontà ma per la mancanza di personale”.Apertura di Bossi: “Se ci saranno emendamenti si discute” – Sul ddl intercettazioni “se qualcuno farà qualche emendamento non verrà gettato nel cestino, si discute”. E' quanto risponde Umberto Bossi, ministro delle Riforme, oggi in visita ufficiale a Torino, a proposito delle divisioni nella maggioranza sul provvedimento che riforma la disciplina degli ascolti. Quanto alle frizioni tra Berlusconi e Fini, Bossi minimizza: secondo il ministro delle Riforme la tenuta del governo non è a rischio, “fin quando tiene la Lega tiene il governo”.Nel corso dell’assemblea annuale della Confcommercio il premier ha parlato anche della crisi e della ripresa già evidente: “C’è e l'Italia ha cominciato il 2010 meglio di Francia e Germania come mostrano i dati su produzione e consumi – ha sottolineato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che lamenta il “catastrofismo” di certa stampa e parla di “fattore psicologico” della crisi. “Sono convinto che la ripresa esiste e si basa soprattutto sul fattore psicologico. La gente non deve farsi prendere dal catastrofismo che purtroppo certi giornali diffondono a piene mani. Credo che siamo nella direzione giusta”, ha detto Berlusconi.
Donadi la pensa diversamente dal premier: “L'Italia è in crisi economica profonda” – “Gli atteggiamenti a metà tra il guappo ed il buffonesco di Berlusconi sono intollerabili. L'Italia è in crisi economica profonda, ha enormi problemi sociali, culturali, ha bisogno di un governo affidabile e serio, non di un premier che sembra un ciarlatano e che pensa prima di tutto a sistemare i suoi affari”. Indignato il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: “E’ falso e patetico dire che siamo tutti intercettati e già questo in un paese serio basterebbe per mandare a casa un capo di governo. Ma in Italia il capo del governo controlla anche tv e giornali, con evidenti effetti sull'opinione pubblica. La legge bavaglio è indecente, censura la stampa e favorisce i criminali. Anche un bambino capirebbe che si tratta di un testo incostituzionale, per cui le parole del premier su una eventuale bocciatura della Consulta sembrano una confessione. Berlusconi mette le mani avanti per poi poter accusare i giudici costituzionali. Questo è il suo senso dello Stato”.Della manovra il premier si dice soddisfatto, “è stata costruita nel “rigore assoluto e tutte le istituzioni europee ci hanno riconosciuto che siamo intervenuti efficacemente nel controllo dei disavanzi”. “I pensionati e i dipendenti pubblici – ha sottolineato il presidente del Consiglio – non hanno avuto nulla da soffrire dalla crisi”. Tornando ai sacrifici chiesti alla pubblica amministrazione il premier ha attaccato i politici “di professione”: “Bisogna togliere dei privilegi assurdi, c'è gente che vive di politica, in Parlamento ma anche nelle province e comuni, occorrerebbe dimezzarla”.Merlo: “Si vuole ridurre il numero dei politici o la partecipazione democratica?” – A tal proposito il deputato Pd Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione Vigilanza Rai, si chiede però se Berlusconi intenda ridurre il numero delle cariche politiche o più semplicemente la partecipazione democratica. “Se cosi fosse – sottolinea Merlo – ci troveremmo di fronte ad un disegno politico autoritario condito da intenti rinnovatori e di superficiale cambiamento”.Di Pietro attacca Berlusconi – Per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, le dichiarazioni di Berlusconi inerenti la sua volontà di cambiare la Costituzione sono inquietanti. “I nostri padri costituenti – commenta Di Pietro – ci avevano visto giusto, per allora e per ora, se è vero, come è vero, che avevano stabilito quell'assetto Costituzionale proprio per evitare che tornasse il fascismo. Infatti il modello Berlusconi altro non è che un modello rivisto e corretto del regime di Mussolini con l'aggiunta del piduismo di Licio Gelli. L'assetto Costituzionale è stato concepito proprio per impedire che centri di poteri occulti potessero impadronirsi del nostro Paese e della democrazia. Proprio per questo, oggi più che mai, il quadro di riferimento della nostra Carta costituzionale è irrinunciabile e insostituibile”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/06/16/confcommercio-berlusconi.html

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