SCHIRRU (PD): Manovra economica: i sacrifici ai più deboli

“È ormai chiaro che la manovra del Governo è solo un triste fiume di parole che confonde i cittadini e che, peggio ancora, se la prende con i più deboli. L’articolo 10 che tratta di “Riduzione della spesa in materia di invalidità” è un ginepraio di trucchi e proclami, che non risolve certo tutti i dubbi sull’effettivo impatto economico sui bilanci dello Stato, di questa misura.
È mai possibile che i sacrifici debbano partire sempre dagli ultimi, da chi, come gli invalidi, non ha la possibilità di dare autonomamente voce ai propri bisogni? Non credo che ci sia qualcuno capace di fingere l’invalidità allo scopo di ottenere un misero assegno di 225 euro, senza la presenza di una patologia certificata e senza una motivazione grave di povertà estrema. Né credo sia possibile che un ragazzo down chiamato a verifica, solo perché maggiorenne, debba essere considerato invalido al 100% e nello stesso tempo privato dell’assegno di accompagnamento come fosse miracolosamente diventato in grado di svolgere una vita autonoma, di trovare un lavoro. Si preferisce continuare a spendere per l’attività di verifica della certificazione sanitaria e reddituale degli invalidi, piuttosto che approntare strumenti tecnici di valutazione e di accertamento, seguendo le disposizioni dell’OMS.
Non credo poi sia opportuno scaricare i bisogni sociali delle persone in difficoltà sui Comuni, senza pensare ad un maggiore raccordo di funzioni e risorse tra Stato ed enti locali, teso a rafforzare l’assistenza alla singola persona e realizzare un programma di continuità di prestazioni sanitarie e socio assistenziali integrata. Si vuole forse che questi cittadini siano sottomessi anche dal punto di vista economico o magari rinchiusi in qualche istituto, piuttosto che essere messi in condizione di vivere, dignitosamente, una vita il più possibile autonoma?
È subito chiaro come questo Governo non conosca cosa significhi la malattia, la disabilità, l’invalidità che costringe una persona – un cittadino con pieni diritti – ad una vita dipendente e difficile. Mi auguro che tutti gli invalidi e i loro familiari acquisiscano quella forza necessaria per far sentire la loro voce e insieme il disgusto per chi, nascosto dietro posizioni becere e ideologiche, vuole negare il diritto alla vita civile e sociale proprio per i più deboli.”

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