SEMPLIFICAZIONI

Ben vengano le più volte annunciate semplificazioni che permettano la nascita e la vita delle piccole e medie imprese di ogni tipo, ma speriamo veramente che – per una volta – alle promesse seguano i fatti. Sempre più spesso, infatti, è proprio nell’affrontare i problemi concreti di ogni giorno per tantissime persone che – nonostante tutto – hanno ancora la voglia di darsi economicamente da fare che si scopre e si conferma troppo spesso che, al di là degli slogan e delle parole, voler investire è diventata una colpa, una sfida, un dramma, qualche volta un calvario.

Assisto quotidianamente a negozi che non possono aprire per mille vincoli e controlli, a imprese che non possono espandersi per “conferenze dei servizi” con ritmi infiniti: aAziende che vorrebbero ingrandirsi e magari anche assumere, ma sono sottoposti a vincoli immani. Avete idea di quanti cavilli può scoprire – per esempio – una ASL per obbligarvi a lavori di nessuna utilità pratica nel momento in cui volete aprire una qualsiasi attività? Si è calcolato quanti milioni di bagni inutili sono stati realizzati in Italia o di rubinetti “a norma”? E quanto ci vuole per farsi autorizzare una tramezza in carto-gesso (ovviamente ignifuga, lavabile, ecc.ecc.?) Quante volte metrature e altezze minime nei centri storici diventano un dramma? Il circuito è infernale: chi comincia di solito ha pochi soldi ma ha delle idee e vuol fare, ma deve prendere in affitto dei locali e sistemarli se vuole aprire. Ma subito la cosa si complica, gli si rompono le scatole su tutto e si ritarda. Il tempo passa tra perizie e i progetti tecnici di conformità, gli allacciamenti, le norme energetiche e sanitarie. Intanto non si parte e quindi non incassa, ma devi pagare i locali, le attrezzature, le caparre e quindi non incassando vai in rosso. Ecco quindi che le banche chiudono la borsa, i soldi finiscono e magari si entra nel giro dell’usura per non perder tutto.

Guai poi a contare su un finanziamento pubblico promesso, giusto, documentato, obbiettivo: mesi e mesi di incerta attesa (dopo aver affrontato tutte le spese per la trafila burocratica per accedere al finanziamento) tra “ammissione” e liquidazione e magari alla fine ti dicono candidamente “Lei ha ragione, tutto perfettamente a posto, ma la legge non è più finanziata”. Nel frattempo al Ministero o in Regione i fondi sono infatti andati “in perizione” e per averli si riapre la procedura del gioco dell’oca. Nel frattempo non hai neppure aperto, o lo hai fatto in qualche modo e puoi aver già chiuso od essere fallito.

Se hai avuto anche solo una scadenza non onorata – magari per non aver pagato una rata dell’auto o di un macchinario che ancora non hai neppure usato – sei “segnalato” alla centrale rischi e immediatamente il muro bancario diventa impenetrabile, non importa se magari non hai pagato pochi euro per mille e doverose ragioni. Provate a non voler più pagare una bolletta che “automaticamente” vi addebitano ingiustamente sulla carta di credito, magari per un numero telefonico che da un anno non avete più: provate! Tante volte basterebbe un po’ di buonsenso, un maggior impegno degli enti, un “silenzio-assenso” con date certe e autocertificazioni su tutto…Ma spesso non c’è nulla da fare, tutti ti dicono “peccato, però!” Intanto la tua azienda è andata a gambe all’aria per la gioia dei burocrati europei di “Basilea 2” che lo stipendio l’hanno sempre assicurato. E così l’Italia si ferma…

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