Sulla Conservazione del Potere delle classi dirigenti

Tempi duri all'orizzonte. Non ne avevo dubbi. Sono, dopotutto, decenni ormai che ci sono annualmente tempi duri all'orizzonte. Una volta per un motivo, una volta per un altro. Per carità. Siamo certamente nella melma. Ma anche questo ha un limite. Almeno per me.

Ho certamente imparato, per vie diverse…un po' leggendo, un po' osservando, un po' sentendo i diretti protagonisti, che la classe dirigente “istituzionale”, e non solo, ha l'obiettivo di perseguire la Conservazione del Potere. Lo disse, con parole diverse, un certo D'Alema. Esatto. Conservare il potere. E per conservare il potere ci sono essenzialmente due strade democraticamente accettate a discapito dei cittadini. L'impoverimento culturale, da un lato, e l'impoverimento economico, dall'altro. Questa tenaglia afferra sia il ceto medio sia il ceto basso, facendo trasmigrare il primo sempre più nel secondo, che poi, insieme, formano il corpo elettorale più numeroso. Almeno dalle ultime dichiarazioni dei redditi.

L'impoverimento culturale è fondamentale ed è condizione primaria per arrivare alla Conservazione del Potere. Come può, infatti, un soggetto cosciente, nel pieno delle sue facoltà mentali, argomentare il suo disappunto, la sua rabbia, la sua contrarietà se non ha i mezzi per farlo in modo appropriato? Questo sfaldamento culturale avviene lentamente, magari anche con azioni legislative nefaste e violente, sulla scuola, sui media. Quando la scuola non è più fulcro della società per la formazione del senso critico delle nuove generazioni, quando non è più capace di ignettare nelle menti degli allievi i valori costituzionali ed il senso civico, quando la scuola si arrende allo spiccato individualismo dei singoli essendo incapace di costruire una base comune, è evidente che la Conservazione del Potere è vittoriosa e conquista terreno. Paradossalmente, questo circolo vizioso si completa con l'azione degradante dei media e della televisione pubblica e commerciale, tranne alcune e sempre più rare eccezioni. Il rincoglionimento davanti allo schermo è massimo e lo è a tutte le ore.

L'impoverimento economico è, anch'essa, condizione fondamentale per arrivare alla Conservazione del Potere. Come può, infatti, un individuo avere la serenità mentale per organizzare un futuro diverso, associarsi in gruppi, essere attivo culturalmente e politicamente per contribuire ad un cambiamento reale e non virtuale della realtà in cui vive, se viene quotidianamente maciullato dalla disoccupazione, precarietà, soprusi, tasse, sacrifici in nome di una salvezza Paese che è solo di chi questi sacrifici li richiede? Il crescente impoverimento di fette sempre più crescenti di cittadinanza è l'effetto, grave, di una politica malsana, malata, ingiusta ed incosciente. L'individuo economicamente impoverito negli anni, manovra dopo manovra, è sempre più impaurito e preoccupato del suo futuro e della sua famiglia e non ha tempo e voglia di organizzarsi con altri per il bene comune. Anche in questo la Conservazione del Potere è vittoriosa e noi, cittadini, no.

La Conservazione del Potere è crudele, senza pietà. Basa la sua esistenza e la sua forza sul nostro essere appisolati, sul nostro essere accontentati, abituati ad una realtà sempre più ingiallita, sfocata. Non ci sono soluzioni certe, non ci sono formule magiche per invertire la rotta. C'è solo bisogno di una forza mentale che superi la depressione e la frustrazione di vedersi eternamente sconfitti. La forza mentale di essere, vivere, decidere e contribuire. Essere coinvolti e farsi coinvolgere. Per il bene comune.

Manuel Santoro
Coordinatore nazionale
Direttivo di Libertà ed Eguaglianza

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