Manovra: La Russa non deve tirare la corda, rischierebbe di fare male al paese

di Maurizio Turco

Se il ministro della Difesa Ignazio La Russa è d'accordo con i tagli al suo ministero stia ben attento a dove deciderà di mettere le sue forbici, rischierebbe di fare male al Paese. Spero vivamente che non gli venga in mente di tagliare sulle spese destinate al personale o di bloccare le procedure per il rinnovo dei contratti già scaduti. A nostro avviso potrebbero essere recuperate importanti risorse se si decidesse di eliminare tutte quelle inutili spese per festeggiamenti, regalie, prebende, o inutili iniziative come le ronde o la mini-naja, che ogni anno incidono notevolmente sui bilanci della difesa. Per la Difesa la legge finanziaria del 2010 ha stanziato ben 20.364,4 milioni di euro, una cifra pari all’1,301 per cento del PIL. I tagli dovrebbero corrispondere a circa il 10 per cento, e cioè 2036 milioni di euro.

Riteniamo che questa economia sia realizzabile per esempio riducendo del 50 per cento i programmi di acquisizione di armamenti, che per un paese che come il nostro partecipa solo a missioni di pace, rappresentano sicuramente un inutile spreco. Possiamo fare alcuni esempi di spese militari inutili, basta pensare ai programmi di acquisizione di sistemi controcarro di terza generazione con munizionamento, in sostituzione dei missili TOW e MILAN. (Durata: 6 anni, dal 2009.

Costo: € 121 milioni), oppure l’acquisizione di 131 velivoli JSF e realizzazione in Italia, presso la base dell’Aeronautica militare di Cameri, di una linea di assemblaggio finale e verifica dei velivoli, trasformabile successivamente in un centro di manutenzione e riparazione dei velivoli. (Durata: 18 anni, dal 2009. Costo: € 12,9 miliardi), ed ancora il programma di acquisizione di velivoli ART per il pattugliamento marittimo e ricognizione aerea a lungo raggio, in sostituzione dei velivoli “Atlantic” (Durata: 7 anni, dal 2008. Costo: €360 milioni), acquisizione di 12 elicotteri (EPAM – Elicottero Pesante per l´Aeronautica Militare) più 3 in opzione, nel ruolo CSAR (Ricerca e Soccorso anche in aree sotto minaccia) e di supporto alle operazioni speciali, in sostituzione degli elicotteri HH3F (Durata: 7 anni, dal 2008. Costo: € 630 milioni).

In fin dei conti all’Italia non servono nuovi aeri da guerra e sistemi controcarro visto che partecipa solo a missioni di pace. Oppure no? Se La Russa poi pensa di poter decidere da solo dove e come tagliare, è evidente che ha un concetto della democrazia molto vago. In un periodo dove la repressione dei diritti è pressoché costante, non credo che il personale militare sarà disponibile ad accettare tagli indiscriminati. Purtroppo, vista la totale mancanza di una tutela sindacale per i militari sono convinto che anche questa volta il personale ne subirà le conseguenze più pesanti.

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