Mi arrendo? Getto la spugna? Forse è proprio il caso. Anche se so con certezza che non è vero, comincerò anch'io a ripetere come un ritornello che Gesù ha condannato esplicitamente il peccato della pedofilia. Dopo aver pubblicato lettere sui giornali, avere scritto anche sulla rete, che il versetto di Matteo 18, 6, non si riferisce ai bambini e segnatamente alla pedofilia, ieri, nella trasmissione di Michele Santoro, dedicata agli abusi sessuali perpetrati da sacerdoti, il cattolico Nichi Vendola, il cattolico Marco Travaglio, nonché il cattolicissimo Antonio Socci, hanno ripetuto che Gesù disse che era meglio per un pedofilo essere gettato in mare con una mola asinaria al collo. Ma ciò che mi sorprende è che c'era tra gli invitati il vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini, il quale non ha fatto rilevare l'errore. E quindi mi arrendo, anche se so con certezza che Gesù non condannò mai esplicitamente il peccato della pedofilia, così come non condannò mai il peccato della schiavitù. Se lo avesse fatto, gli evangelisti lo avrebbero riferito. Ovviamente, oggi, alla luce della predicazione di Gesù contro ogni forma di violenza, possiamo senz'altro condannare entrambi i peccati. Ma io mi arrendo, e dico che sì, è vero, i piccoli di cui parla Gesù, non sono degli uomini che, messosi alla sequela di Gesù, si sono rivestiti dello spirito di infanzia, ma sono i bambini. Gli esegeti correggano traduzioni e commenti.
Miriam Della Croce
P.S. Credo d'aver capito perché la Chiesa non interviene.