Abbiamo ascoltato il Governo per ben due anni raccontarci che i conti italiani erano a posto e che non c’era bisogno di manovre aggiuntive e correttive, ora invece ci dicono che l’equilibrio della finanza pubblica è in pericolo e che bisogna “tagliare” le spese e ridurre stipendi e pensioni. Il ministro della Funzione Pubblica Brunetta ha definito i tagli una piccola “iattura” e non un sacrificio.
Ma chi verrà colpito dalla iattura di Brunetta? Le indiscrezioni (che a sentire però esponenti del Governo sembrano certezze) indicano una soluzione tecnica allo studio che in pratica posticiperà i pensionamenti di vecchiaia e anzianità (oltre che a colpire gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani). Questa misura colpirà anche i pensionandi residenti all’estero, e in particolare quelli in America Latina, i quali sono i meno responsabili della crisi economica italiana ed europea.
In pratica il Governo, dopo aver vantato il surplus dei conti dell’Inps, sta studiando il dimezzamento delle “finestre” di uscita pensionistiche nel 2011 recuperando così ogni anno circa 1,6 miliardi di euro. Il sistema attualmente in vigore prevede due finestre di uscita all’anno per il trattamento di anzianità: gennaio e luglio. Dal prossimo anno uno delle due finestre sarà chiusa e questo comporterà ovviamente un ritardo ulteriore di almeno sei mesi nell’erogazione della prestazione. Analogamente per le pensioni di vecchiaia (65 anni di età per gli uomini e 60 per le donne) si prevede la riduzione delle finestre dalle quattro attualmente previste alle due prospettate. Anche in questo caso il nuovo sistema comporterà uno slittamento di almeno tre mesi del pensionamento. Non è comunque esclusa la possibilità che il blocco delle finestre d’uscita possa addirittura partire già dal prossimo mese di luglio.
Ma gli emigrati non saranno la sola categoria di “deboli” ad essere penalizzata: è previsto un drastico intervento anche sulle pensioni di invalidità civile.
Sarebbe illusorio aspettarsi che gli italiani residenti all’estero siano esentati dalle nuove misure punitive, o che saranno accolti gli emendamenti che puntualmente presenteremo ai decreti legge del Governo. Prepariamoci quindi all’ennesima ingiustizia (pardon, “iattura”) perpetrata contro i nostri connazionali.