di Gianmario Mariniello
Su “La Padania” è andata in onda l’ennesima puntata della demogogia a buon mercato della Lega Nord. Titolo sparato in prima pagina: ‘Cittadinanza facile? No grazie’, che rimanda a un servizio a pagina 2 e 3 dal titolo ancor più netto: ‘Cittadinanza facile? Rischio d’invasione’.
Due balle clamorose. Guardiamo i fatti. E nulla di meglio degli atti parlamentari per accertare quanto la Lega le spari grosse in materia di cittadinanza.
Allora… Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza. Relatrice l’On. Bertolini (Pdl). Testo unificato della Commissione Affari Costituzionali. E’ questo il testo che andrà in Aula alla Camera, non altri.
Secondo il testo unificato ottenere la cittadinanza, è necessario seguire un “corso, della durata di un anno, finalizzato all’approfondimento della conoscenza della storia e della cultura italiana ed europea, dell’educazione civica e dei princìpi della Costituzione italiana, propedeutico alla verifica del percorso di cittadinanza” (art. 3. comma 1, lettera b). Tale corso, “è consentito allo straniero che risiede nel territorio della Repubblica da almeno otto anni”.
Inoltre, chi chiede la cittadinanza deve dimostrare di essere integrato, deve pagare le tasse, avere casa, permesso di soggiorno.
Infine c’è il giuramento, che oggi non è previsto. Ecco il testo: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, riconoscendo la pari dignità sociale di tutte le persone».
La cittadinanza, dopo tale iter, può essere ottenuta non prima di dieci anni.
Il testo ci va bene. Ci piace. Abbiamo solo due appunti da porre, concretizzati in due emendamenti a firma Italo Bocchino. Il primo prevede l’inserimento dell’articolo 2-bis: il minore straniero che ha compiuto dieci anni, con istanza dei genitori o degli esercenti la patria potestà, può presentare al sindaco del comune di residenza la richiesta di cittadinanza se: 1. è nato in Italia ovvero vi è giunto entro il compimento del secondo anno di età. 2. è residente legalmente in Italia, senza interruzioni, dalla nascita ovvero dal compimento del secondo anno di età. 3. ha completato il ciclo di studi della scuola primaria. Non solo. Ma “in caso di mancata prestazione del giuramento, la cittadinanza viene revocata con decreto del Ministro dell’interno”. Il testo originario non prevede tale sanzione.
Secondo emendamento (stavolta all’articolo 3), sempre a firma Italo Bocchino. Si vuole inserire un ulteriore onere per chi vuole ottenere la cittadinanza: “la frequentazione di un corso annuale di apprendimento o approfondimento della lingua italiana” non ci basta. Secondo l’emendamento Bocchino, tale corso va “superato con profitto”. Il testo originario prevede invece solo la mera partecipazione.
Questo secondo emendamento ridurrebbe il termine per accedere al corso: da otto anni (Bertolini) a cinque (emendamento Bocchino). Accedere al corso, attenzione. Non ottenere la cittadinanza. Tutto il procedimento, dice il testo approvato dalla Commissione Affari Costituzionali, non deve durare meno di dieci anni. Se venisse approvato l’emendamento Bocchino, tale termine sarebbe ridotto a otto anni. Ovvero, da una parte si introducono corsi (che devono essere superati) di italiano, di educazione civica, di usi e costumi italiani e un giuramento finale (che deve essere prestato), dall’altra si tende una mano a chi vuole diventare italiano, riducendo l’iter di due anni. E per i bimbi che sono arrivati in Italia non avendo nemmeno due anni c’è un regime di favore, a patto che abbiano frequentato almeno un intero ciclo della Scuola dell’obbligo. È tanto scandaloso tutto ciò?
Quindi:
1. Ottenere la Cittadinanza diviene più difficile dopo l’approvazione del Testo unificato (anche in caso di approvazione degli emendamenti a firma Bocchino).
2. Nessuna invasione, dato che la cittadinanza può ottenerla chi è già residente legalmente in Italia.
Insomma, la Lega spara balle. E c’è chi vorrebbe inseguirla…
PS: è più di destra concedere la cittadinanza dopo 10 anni, alla fine di un mero percorso burocratico, oppure prevedere un sistema dove la cittadinanza la si può ottenere dopo non meno di 8 anni di residenza in Italia, alla fine di un corso da superare e di un giuramento da prestare?