LE SOLITE TURBOLENZE DELLA POLITICA ITALIANA TRA ETICA E MORALE

di Vincenzo Luigi Gullace

Non c'è pace nella politica italiana, sempre attraversata da turbolenze insite nella natura stessa del modo di essere politici e di fare politica, e costantemente alimentate da stili di vita e di pensiero che danno il senso di come sia marcato ed evidente il solco che divide la politica intesa come missione, da quella forgiata nel segno dell'opportunismo di circostanza abilmente camuffato, e dal pressappochismo segno evidente di pericoloso dilettantismo culturale e politico.

Dalle vicende di tangentopoli è nata una nuova classe politica formata prevalentemente da economisti, imprenditori, sindacalisti, docenti universitari ed altre categorie professionali; in sintesi una catena di amici degli amici, non espressione della politica, ma appositamente creati per la politica.

Naturalmente una classe politica siffatta, richiedeva un differente sistema elettorale, ponte ideale per il passaggio generazionale tra la vecchia e la nuova “Repubblica”.

Occorreva escogitare un nuovo metodo di proporre la politica ed un differente sistema di espressione del consenso elettorale, considerato che il tradizionale sistema proporzionale, che ha accompagnato il nostro Paese nella democrazia, era rivolto ad una politica di partito che fondava le proprie radici sul territorio e su concetti più o meno radicali di ideologia.

Ecco nascere l'obbrobrio del sistema maggioritario all'italiana, che riveduto e corretto da destra a sinistra e viceversa, influenza e condiziona la politica italiana, e con esso una considerevole quantità di improbabili politici provenienti dalle più disparate carriere.

La mercificazione della politica trova un humus assai favorevole nel nostro Paese, e raggiunge l'apice nella mediocrità di chi è chiamato a rappresentarla istituzionalmente.

Il concetto di etica viene accantonato ed umiliato troppo spesso nell'applicazione personale, per essere però puntualmente richiamato come elemento fondante di qualunque atto o disciplina e come esempio da seguire.

La morale, da virtù eccelsa è scaduta fino a somigliare all'effetto causa di un evento da interpretare, nel bene o nel male, in forma aneddotica proprio come nel caso di Ernest Hemingway, scrittore Statunitense e Premio Nobel, il quale rispose alla moglie, la quale sosteneva che il limite tra la moralità e l'immoralità è molto vago e spesso lo si supera senza accorgesene, che è morale ciò che ti fa sentire bene dopo, è immorale ciò che ti fa sentire male dopo.

Dunque era morale per Scajola pagare abbondantemente al di sotto del valore di mercato un immobile con vista Colosseo a Roma, senza chiedersi come mai lo pagava poco o chi avrebbe pagato per lui, utilizzando un metodo di pagamento studiato per aggirare i controlli, ovvero emettendo un consistente numero di assegni per importi tali da non far scattare segnalazioni e controlli con la gentile e gradita accondiscendenza degli istituti di credito ovviamente; parimenti era morale per Marrazzo svagarsi, in modo anche stupefacente, utilizzando mezzi e risorse dello Stato, fino a quando con un sistema subdolo ma efficace è stato scoperto; per poi trasferire entrambi il proprio stato d'animo nell'immoralità dell'Hemingway pensiero, ossia nella ricerca ipocrita della commiserazione e della comprensione mediatica e popolare.

Ritengo inappropriato sostenere, come nel caso di molti autorevoli opinionisti, che esiste un complotto antigovernativo ad esempio nel caso Scajola.
Considero inevitabile che dinanzi a tali esempi negativi, le inchieste giudiziarie e le polemiche abbiano corso, sia perché la legge vale per tutti, sia perché la visibilità non può essere desiderata solo nel bene e legata indissolubilmente al successo .

Semmai occorre riflettere sul proliferare di tali comportamenti . Bisogna chiedersi come mai Berlusconi continua a tenere vicino a se, personaggi che indeboliscono il Governo. Scajola, per esempio, è uno specialista in dimissioni più o meno turbolente, ciò nonostante è sempre presente nelle compagini governative guidate da Berlusconi.

Vincenzo Luigi Gullace

Stelio Bonsegna
www.italia-politica.it

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