L’ITALIA SI SVEGLIA CON LA NUBE

Paralisi nei cieli di mezza Europa per il ritorno delle ceneri islandesi. E da oggi la minaccia
nera è anche sopra il nostro Paese. Una situazione che non è destinata a rientrare, ma anzi ad intensificarsi eneri e nuovo caos in vista sui cieli italiani. Per quest’oggi è annunciato l’arrivo nel nostro Paese della nuvola nera islandese.

A renderlo noto è stato il Vaac (Volcanic ash advisory center), il Centro di controllo europeo delle polveri vulcaniche ai fini della sicurezza del volo: l’ultimo bollettino diffuso evidenzia come una parte della nube sia destinata a raggiungere l’Italia a causa delle correnti aeree in quota che, per la presenza di un’area anticiclonica sull’alto Atlantico e di un’area depressionaria a ridosso della penisola iberica, saranno dirette da nord verso sud, dall’Islanda alla Spagna, e poi da ovest sud-ovest verso est nord-est, e cioè dalla Spagna in direzione dell’Italia. Una situazione sfavorevole che non sembra possa rientrare nei prossimi giorni, ma che anzi dovrebbe inesorabilmente intensificarsi e interessare la maggior parte della penisola. Si annuncia quindi una paralisi totale, come quella di poche settimane fa. Anche l’escalation ha la stessa dinamica, perché la giornata di ieri è stata per l’Europa un susseguirsi di voli cancellati. La minaccia nera, lunga duemila chilometri e a 10mila metri di quota, già nei giorni scorsi aveva creato perturbazioni al traffico aereo dell’Irlanda e della Scozia. Ora, dall’Atlantico settentrionale si è spinta fino ai Pirenei, a Barcellona, a Madrid e a Marsiglia, costringendo a terra cinquemila voli fra Spagna del nord, nord del Portogallo e sud della Francia: in totale hanno volato 25.000 aerei, contro i 30.342 di venerdì. Sono stati complessivamente 19gli scali chiusi in Spagna, dove si correrà ugualmente il gran premio di formula 1 in programma domani a Barcellona. Apprensione invece a Cannes per il festival cinematografico che inizia mercoledì prossimo. Anche le rotte transatlantiche hanno subito disagi, con ritardi dovuti alla riprogrammazione forzata per evitare la no-fly zone e alla necessità di imbarcare maggiori quantità di combustibile per effettuare le deviazioni, utilizzando i corridoi aerei a sud della Spagna o quelli artici. Intanto, le notizie provenienti dall’Islanda non sono onfortanti: l’attività esplosiva del vulcano Eyjafjöll è calata e la quota raggiunta dai fumi leggermente scesa (da 25.000 a 20.000 piedi), ma l’ufficio metereologico islandese esclude totalmente che l’eruzione stia per concludersi e definisce la situazione ancora molto dinamica. Reykjavik conferma infatti che dal ghiacciaio Eyjafjallajökull sta penetrando una quantità sempre maggiore di acqua di fusione nel cratere del vulcano, e questo provoca nuove esplosioni interne, poiché l’acqua si mescola al magma. Un fenomeno che a sua volta provoca la nube di fumo e cenere. E l’allarme approda velocemente in Italia. Queste le tappe: dalla mezzanotte di domenica su Piemonte occidentale, Liguria e alto Tirreno e già alle 6 del mattino la “linea rossa” dovrebbe aver coperto quasi tutto il Paese.

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