Errore storico ed esegetico

In questo periodo uomini di cultura ed anche qualche sacerdote (ahimé) continuano a fare un errore non solo esegetico, ma anche storico, citando il passo del Vangelo in cui Gesù dice: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questo piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria…” (Mt 18,6″. Per quanto riguarda l'esegesi è sufficiente consultare qualsiasi vangelo commentato. Riporto qui di seguito il noto versetto tradotto da studiosi cattolici e protestanti (La Bibbia – LDC 1985): “Ma se qualcuno farà perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me…” (Mt 18, 6); “Se qualcuno fa perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me…” (Mc 9,42); “Se qualcuno fa perdere la fede a una di queste persone semplici, sarebbe meglio per lui…” (Lc 17,2). Come si può costatare, Gesù non si riferiva ai bambini. E la pedofilia non c'entra. L'errore storico sta nel fatto che nella società ebraica, anche al tempo di Gesù, questa infrazione della legge non esisteva. Nei mille divieti dell'Antico Testamento, non ne troviamo traccia. Nel vangelo si parla di fornicazione in genere, ma non in particolare di questo peccato. La pedofilia, quindi non poteva essere nella mente degli evangelisti e, mi dispiace di deludere qualcuno, neppure nella mente di Gesù, altrimenti considerata la gravità del peccato ne avrebbe parlato.

Elisa Merlo

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