L’ON. GIANNI FARINA (PD) INTERVIENE SU ELEZIONI DI COMITES E CGIE

NEI DISEGNI DEL GOVERNO UN ETERNO RINVIO!

Si tenta di vanificare con una contro riforma l’esperienza partecipativa e democratica degli italiani nel mondo.

Tutti a Francoforte il 28 e 29 maggio a difesa degli organismi partecipativi della comunità italiana.

Appello a considerare anche la possibilità di dimissioni in massa dagli organismi.

Il rinvio delle elezioni dei Comites e, conseguentemente, del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, al più tardi entro il 31 dicembre del 2012 (nessun errore: entro il 31 dicembre 2012!) approvato dal Consiglio dei Ministri con un Decreto Legge il 23 aprile scorso, è un atto talmente incredibile, e persino difficilmente criticabile, nel contesto di una normale razionalità esplicativa.
Il 31 dicembre 2012 nasconde l’inganno di un probabile ulteriore rinvio alla primavera del 2013, momento in cui, e salvo incidenti di percorso (elezioni anticipate), si andrà al rinnovo del Parlamento repubblicano.
Quasi un vergognoso raddoppio di legislatura per incoraggiare la vanità di alcuni e umiliare i tanti che ancora credono al valore dell’impegno e della partecipazione democratica al servizio del popolo.

Lancio un appello a respingere la singolare opportunità di “restare in sella” per altri tre anni, prevedendo, eventualmente, anche la possibilità di dimissioni in massa dagli organismi. E un messaggio chiaro lo rivolgo al sottosegretario Mantica: la nostra dignità e la nostra storia valgono molto di più di un regalo avvelenato.

La scusante è nota: la necessità del riordino delle leggi istitutive degli organismi democratici degli italiani all’estero.
Ma quale necessità? L’attuale legge dei Comites è straordinariamente innovativa e moderna; alla legge del Cgie, in seguito alle elezioni dei Parlamentari residenti all’estero, bastano pochi e significativi aggiornamenti da introdurre attraverso la collaborazione tra il Cgie e il Parlamento.

Il riordino dall’alto, senza tenere conto dell’esperienza storica dell’emigrazione, è un’offesa per le lotte, la crescita democratica e la capacità propositiva in materia di leggi riguardanti la comunità italiana nel mondo.
In passato, anche nei momenti più difficili, nel rapporto tra governo in carica e rappresentanze degli italiani nel mondo, è sempre prevalso il rispetto reciproco delle rispettive posizioni politiche.
Le consultazioni periodiche dei Comites, il lavoro attento e appassionato del Cgie, la collaborazione con i parlamentari più attenti ai problemi della comunità italiana all’estero, hanno garantito sino ad ora, l’aggiornamento e l’ammodernamento delle leggi istitutive da parte del Parlamento repubblicano.
Nulla ostava al rinnovo di Comites e Cgie alla scadenza normale del 2009, se non la volontà di assestare un colpo alle rappresentanze democratiche della collettività italiana e allentare la tensione partecipativa.

Un attacco durissimo e in più direzioni, condotto in stretta collaborazione tra i rappresentanti politici e gli organismi amministrativi più retrivi del ministero degli Esteri.

Un inedito patto della Farnesina, culminato con l’attacco alle leggi istitutive e preceduto dalle cannonate distruttive ai finanziamenti delle attività dell’Italia all’estero.
Inutile ripetere ciò che è accaduto per i corsi di lingua e cultura, per la stampa italiana nel mondo e per l’insieme dei capitoli che ci riguardano, nonché lo smantellamento in atto della rete consolare, attenuata, qua e là, al seguito di estese proteste.
E per finire, l’attacco, persino dalle più alte cariche istituzionali (il presidente del senato Schifani) alla legge istitutiva per l’esercizio, attivo e passivo, del diritto di voto all’estero, in seguito allo scandalo Di Girolamo, dimissionario (era ora!) senatore della attuale maggioranza di governo. Uno scandalo italiano, frutto del malaffare che ammorba l’aria di questa nostra Italia, utilizzato per scopi meschini e strumentali.

La proposta di riordino legislativo di Comites e Cgie, presentata al Senato, è la sintesi di una strategia politica: drastica riduzione degli organismi rappresentativi (sessanta, settanta nel Mondo) per impoverirne la rappresentanza sul territorio, e presidenti di Comites nella doppia funzione di governatori consolari del nulla e rappresentanti di un fantomatico Consiglio degli italiani nel mondo.
Sono solo alcune perle di un disegno devastante. Una contro riforma restauratrice in linea con l’accentramento dei poteri in poche mani, in Italia e all’estero.
La cultura dell’uomo solo al comando.

Bene ha fatto il Segretario generale, Elio Carozza, nella recente sessione primaverile del Cgie, ad indicare, con le manifestazioni di Francoforte del 28-29 maggio p.v., la via maestra della mobilitazione e della protesta.

I Sottosegretari passano, anche lei, senatore Mantica, con i suoi – forse troppi! – cattivi e interessati consiglieri, il patrimonio partecipativo degli italiani nel mondo, rimarrà, a difesa e promozione di una straordinaria esperienza democratica.

On. Gianni Farina

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