Gentile direttore, trascrivo la lettera di una signora, riguardo alla mia lettera "Razzismo al contrario" da voi pubblicata con lo stesso titolo, e la mia risposta

Gentile sig. Pierri,

ho letto la sua lettera su Repubblica e mi permetto di fare alcune considerazioni su quanto da Lei scritto.

La maggior parte dei datori di lavoro delle grandi città, compresa Roma, città da me frequentata per motivi professionali, preferisce assumere personale extracomunitario.

I gestori di bar costringono le lavoranti ad orari stressanti ed a mansioni inique, come pulire i bagni sporcati dai clienti, cosa che, invece, spetterebbe ad un'impresa di pulizie o ad altro personale addetto.

Non riesco a pensare ad una bella ragazza straniera che, con le stesse mani, sgrassa e disinfetta lavabi e w.c. e, poi, mi serve un bel cornetto alla crema.

Le italiane stentano a trovare lavoro nella capitale, perché si oppongono a mansioni di questo genere, che nascondono sfruttamento, orario in nero, assenza di contributi.

E gli imprenditori non le assumono perché pensano di poter subire una vertenza sindacale, non rispettando la legge.

Con le straniere questo problema non c'è.

Altro che ragazze fenomeno!

Cordiali saluti,

(lettera firmata)

Risposta di Renato Pierri

Gentile signora, la ringrazio per avermi scritto, anche se ciò che mi dice non è piacevole. Le unisco il testo integrale della mia lettera, citata in parte da Augias, ma pubblicata per intero su altri quotidiani e su un settimanale. Io mi riferivo ad un determinato locale, dove non credo che Rachele, la signorina che ho definito “fenomeno” non solo per come lavora, ma anche per la rara bellezza, sia trattata nel modo che lei descrive. Però cercherò di informarmi meglio.

Qualora fosse vero quanto lei afferma, bisognerebbe imputarne la colpa ai sindaci, giacché basterebbe la visita di un vigile urbano ora in questo, ora in quel locale, per evitare che il personale straniero sia sfruttato.

Riguardo poi alla sua considerazione: “Non riesco a pensare ad una bella ragazza straniera che, con le stesse mani, sgrassa e disinfetta lavabi e w.c. e, poi, mi serve un bel cornetto alla crema”, mi perdoni, ma mi sembra un po' una sciocchezza. Ammesso che alla ragazza tocchi pulire i bagni, ritengo che non lo farà senza guanti. Tra l’altro, nel locale oggetto della mia lettera, i cornetti, così come le paste, sono portati al banco dal pasticcere, e le signorine che servono ricorrono alle apposite pinze.

Un cordiale saluto

Renato Pierri

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