Venerdì 7 maggio ore 20.45
Casa della Carità – Via Brambilla 8/10-Milano
La Coop. Soc. Tempo per l'infanzia, nell’ambito delle iniziative programmate per prevenire il disagio e favorire la coesione sociale nei territori di Via Padova e dintorni, dove Tempo per l'Infanzia interviene da oltre 20 anni, presenta lo spettacolo “La strada di Pacha” di Gigi Gherzi e Pietro Floridia, liberamente tratto dal romanzo “Pacha della strada” di Gigi Gherzi e Giovanni Giacopuzzi
con Gigi Gherzi
scene Pietro Floridia, Gabriele Silva
video Ericailcane, Alicja Borkowska
aiuto regia Alicja Borkowska
regia Pietro Floridia
Ingresso libero
Info e prenotazioni:
info@tempoperlinfanzia.it
Ph: 02-27000987
Lo spettacolo
Gli spettatori entrano in uno strano e magico museo. Davanti a loro sculture, video, giochi interattivi che li spingono a scrivere. L’attore raccoglie i loro scritti e comincia a intrecciarli con la storia di Pacha, che è una donna nera, che vive in Nicaragua e lavora con i bambini di strada. Nel suo passato l’infanzia in un paesino sul mare, poi la guerra, l’esilio, la vita nelle bande giovanili. Nel suo presente l’amore per la sua città, il suo lavoro nei quartieri più poveri, vicina agli ultimi. Gli spettatori ascoltano e ritornano a scrivere. Sono loro che creano l’evento. Improvvisato ogni sera, con storie ed episodi sempre diversi. La Repubblica 1 giugno 2009 La bella avventura di Pacha Curioso non spettacolo che evoca la voglia del nuovo, La strada di Pacha, diretto da Pietro Floridia per il Teatro dell’Argine di Bologna: da quando entrando in sala ti trovi in una specie di museo dove, in tre comparti evocanti rispettivamente l’infanzia, l’esilio e la guerra, scopri una serie di curiose composizioni a mezza via tra arte e gioco, a volte dei video,con acclusi comunque foglietti che ti chiedono di rispondere a domande su ciò che vedi, e sulla vita di Pacha, una donna nera del Nicaragua oggi sui 40, che a dodici anni già si curava di salvare i bambini della strada, prima di emigrare in Honduras e tornare infine a occuparsi di un barrio di Managua, come ci dirà poi Gigi Gherzi che seguì le vicende di questo gran personaggio anche in un romanzo scritto con Giovanni Iacopuzzi. Ora il suo appassionante racconto scorre con una divorante naturalezza, se si pensa che questa sua lunga evocazione ha la particolarità di cambiare ogni sera, perché il prorompente monologo parte dalle risposte date dagli spettatori alle domande trovate nei siti museali all’inizio. Si vive così l’attrazione e leangosce di un vivere alla giornata in un paradiso naturale in disarmo dove però non è proibito sperare. FrancoQuadri
Note su La strada di Pacha
La strada di Pacha è evento e spettacolo stra-ordinario. Lo spettatore viene posto al centro dell’incontro, gli viene chiesto di mettersi in gioco, con la propria scrittura, le proprie parole, la propria intelligenza. All’attore viene chiesto di rinunciare a qualsiasi tipo di copione fisso, di testo a memoria. L’attore sta nel cerchio degli spettatori come un narratore attorno al fuoco, col suo patrimonio di storie, aneddoti, esperienze, riflessioni che riguardano Pacha e la sua vita. Succede il miracolo. Quella storia, solo in apparenza lontana, diventa oggetto appassionato di attenzione, di riflessione, di domande. La strada di Pacha non rinuncia al teatro, lo reinventa nell’incontro con lo spettatore, all’interno dei cerchi che si formano, dei percorsi creativi in cui si uniscono gli sforzi dello spettatore e dell’attore. Lo spazio di Pacha: un luogo incantato, un museo della memoria che diventa comunità presente e viva del pubblico, nella magia dell’attimo, di un evento irripetibile, perché ogni sera spettatori e attore decideranno di percorrere quella strada e non altre. Alla fine ci si dà appuntamento. Spesso gli spettatori ritornano. Hanno voglia di camminare ancora sulla strada di Pacha, di scrivere ancora, di ascoltare nuove storie, di saperne di più di lei, del suo paese, del suo mondo. Di capire attraverso la sua storia chi siamo noi adesso, i nostri amori, le nostre domande, le nostre pulsioni più care. L’evento diventa rito. Rito dell’incontro a teatro. Teatro dello spettatore. Pietro Floridia e Gigi Gherzi