DOSSIER VERDI, GARIGLIANO SITO DEPOSITO, E' PICCOLA CHERNOBYL
L'Italia paga per il nucleare che non ha, ma che aveva: si tratta di oltre 12 miliardi di euro per gestire le scorie radioattive. Questo, nonostante il deposito nazionale ancora non sia stato identificato ufficialmente. Anche se la sede potrebbe essere nell'area di Garigliano, tra Latina e Caserta, che per i vecchi trascorsi viene ritenuta 'la piccola Chernobyl italiana'.
E' questo il contenuto di un dossier dei VERDI presentato nel corso di un'azione di protesta di fronte a Piazza Montecitorio, proprio nell'anniversario dei 24 anni dell'incidente di Chernobyl: ai piedi di un plastico di una centrale nucleare, il presidente dei VERDI, Angelo Bonelli, insieme con altri rappresentanti ha simulato un incidente atomico, con tanto di tute bianche anti-radiazioni e finti malori.
Dalla chiusura delle vecchie centrali ad oggi, si osserva nel dossier, la cifra che i cittadini italiani hanno dovuto pagare per la gestione delle scorie radioattive supera i 12 miliardi di euro senza che sia stato possibile indicare il deposito unico nazionale. La quantita' attuale di rifiuti radioattivi italiani di seconda (scarti di lavorazione) e terza categoria (combustibile irragiato, scorie di riprocessamento) e' pari a circa 90.000 metri cubi: 25.000 attuali e altri 65.000 provenienti dalle centrali in dismissione. A questi bisogna poi aggiungere una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali. Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250.000 anni.
Per quanto riguarda il deposito nazionale a Garigliano, si legge nel dossier dei VERDI, bisogna ricordare che nell'area e' presente l'ex centrale nucleare in fase di smantellamento.
Pertanto, bisognerebbe capire se l'eventuale deposito accoglierebbe le scorie di quella centrale o di tutto il territorio. Secondo i VERDI, tra l'altro, la centrale di Gargliano, definita 'una piccola Chernobyl', e' stata vittima di diversi incidenti. Il primo, nel dicembre 1976 il fiume Garigliano, dice il dossier, che in fase di piena e' entrato nel locale sotterraneo raccogliendo e trscinandosi con se' oltre un milione di litri d'acqua contaminata con radionuclidi. Nell'agosto del 1978 l'impianto chiude. E nel novembre del 1979 si verifica un incidente analogo. Nel novembre del 1980 le piogge abbondanti, aggiunge lo studio, penetrando fuoriescono nel fiume portandosi dietro Cesio 137. Nel novembre del 1982 un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma a Garigliano perde per strada 9.000 litri di acqua con Cobalto 58, Cobalto 60, e Manganese 54. Infine, secondo il dossier, sono documentabili nel 1972 e nel 1976 due esplosioni dei filtri del camino centrale.
Dietro l'accordo con la Francia per la costruzione di reattori nucleari in Italia potrebbero esserci 'accordi riservati per la costruzione di armi atomiche: ovvero, dietro l'accordo Sarkozy-Berlusconi potrebbe esserci un accordo oltre che di cooperazione civile anche di cooperazione militare'. Lo dice Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, nel corso della manifestazione contro il ritorno del nucleare, oggi davanti piazza Montecitorio, a 24 anni dall' incidente che ha causato la tragedia di Cernobyl.
Il 26 aprile del 1986, ricorda Bonelli, 'ci fu il piu' grande incidente nucleare che la storia ricordi e che negli anni ha fatto oltre 200 mila morti'. Per questo, continua il presidente dei Verdi 'chiediamo al governo di fermarsi e di non tornare al nucleare. Ma – aggiunge il leader del ‘Sole che ride' – chiediamo se dietro l'accordo con la Francia si nasconde un'operazione che potrebbe portare alla prima bomba militare italiana'. Anche perche', conclude Bonelli 'il nucleare civile, di solito, va di pari passo con quello militare'
Intanto sarebbe in arrivo un nuovo colpo per le energie rinnovabili ed in particolare per la promozione del solare. 'Hanno deciso di tagliare il conto energia del 20%. Sarebbe, infatti, pronta una bozza che andra' in uno dei prossimi Consigli dei ministri'. A riferirlo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, a margine di una manifestazione contro il ritorno del nucleare in Italia, oggi davanti piazza Montecitorio.
Secondo Bonelli 'sara' un colpo durissimo al mondo delle imprese e delle rinnovabili'.
Il conto energia consiste in una fetta di incentivi e aiuti allo sviluppo di energie rinnovabili con particolare attenzione al fotovoltaico. A quanto detto da Bonelli la bozza in questione sarebbe sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico.