Caro Papa, ma lo sai che da quando ti do del tu come a Gesù, i giornali non mi pubblicano più? Pazienza. Spero che le mie parole ti giungano da Reset Italia. Vorrei permettermi di darti un paio di consigli. A mio parere sarebbe opportuno che tu facessi capire ai vescovi, arcivescovi e cardinali, di parlare un po' meno, specialmente sul tema scabroso degli abusi sessuali perpetrati da alcuni sacerdoti. Anche perché spesso la Santa Sede è costretta a correggerli o addirittura a smentirli. E alle volte danno l'impressione d'essere più preoccupati della Chiesa, che delle vittime. Perché non lasciano che sia solo tu a parlare del grave delicatissimo problema? Ieri, caro Papa, ti sei rivolto ai sacerdoti e hai detto loro: «Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia». Bellissime e giuste parole. Però, poiché la vocazione sacerdotale è ritenuta dalla Chiesa una “chiamata del Signore”, converrebbe forse che tu ti rivolgessi direttamente a Dio, chiedendogli di non “chiamare” al sacerdozio i pedofili.
Francesca Ribeiro