150° Anniversario dell’Unità  d’Italia. Organizzata la rassegna antologica d’arte visiva 1957 — 2010 “Segni antropologici” di Nicola Andreace

Grande evento in Puglia organizzato e promosso dal Comune di Massafra, Lions Club Massafra-Mottola “Le Cripte”, Scuola Media Statale “Niccolò Andria”, Consulta delle Associazioni di Massafra e Galleria “Segmenti d’Arte”. In esposizione dal 7 maggio 2010, presso l’Aula Magna della Scuola Media Statale “Niccolò Andria” di Massafra, (inaugurazione alle ore 18,00), la rassegna antologica d’arte visiva 1957 – 2010 “Segni antropologici” dell’artista Nicola Andreace.
Una rassegna che costituisce non solo un evento culturale, ma anche un'occasione per ricordare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, nella Scuola Statale “Niccolò Andria”, che, pur in una struttura diversa, celebrò nel 1961 il centenario con altre opere di Andreace, tra cui un pannello decorativo in terracotta, una formella con un particolare del pannello, una fontana architettonica in pietra e marmo (che vediamo nella foto).
In questa rassegna, da non mancare di visitare, si può ammirare un'accurata selezione di opere, che registrano l’itinerario dell'attività artistica di Andreace nelle sue quattro fasi e i segni di un lacerante cambiamento del territorio, che vede la trasformazione della “Civiltà Contadina”, con il suo centro storico ricco di vicinanze e case imbiancate di calce e con i suoi uomini dallo sguardo fiero e dalle mani callose, ma laboriose, a “Società tecnologica” con i suoi operai, divenuti ingranaggi della macchina e numeri di un ambiente crudele e cinico nella sua attività. Nicola Andreace, acuto osservatore della contemporaneità, verificato il contenuto oggettivo della realtà, con la sua evoluzione incontrovertibile, fa riacquistare all’arte un senso progettuale umanistico, creando con nuove sintesi visive collegamenti tra l’io e il tempo e lo spazio, tra l’io e il suo rapporto con la società. Convinto che dal pensiero dell’arte si possa ripartire per rinnovare davvero il quotidiano di ciascuno, supera il pessimismo dell’ individualismo esasperato dilagante degli uomini privi di passione sociale e d’idee innovative per suggerire, nella fase dell’”Umanesimo Tecnologico”, solidarietà e cooperazione nell’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare la vita dell’intera collettività. Le sue composizioni, che ora hanno un’impaginazione più moderna, con una strutturazione più complessa, creata attraverso sovrapposizioni di spazi e oggetti, ci inducono a riflettere sul continuo rimando tra la vita quotidiana e l'opera d'arte, tra l'uomo e la sua relazione con lo spazio e gli oggetti, trattengono il fascino evocativo di un incontro tra la storia del territorio ionico e l’abilità di saperlo raffigurare con “segni” capaci di tramandare la vita oltre il tempo presente.
Gli elementi architettonici magno-greco-bizantini, o gli scorci di Massafra antica, avanzano in primo piano o rimangono sullo sfondo, creando prospettive, punti di fuga, prosceni ad immagini di notevole intensità espressiva, ad oggetti della quotidianità, che, con la forza visiva del reale vissuto, comunicano sensazioni profonde. Dal 2006, con il Post Human, Andreace assembla stralci di suoi manifesti storici culturali con immagini ricomposte da prospettive diverse, oppure da angolazioni simili, ma ricollocate in un altro intorno. Esse con i corpi e volti di donne, uomini, giovani, bambini, anziani, sottratti al tempo, simboli della vicenda umana in tutte le fasi della vita, si concretizzano nell’infinito del segno, documentano eventi istituzionali e popolari. e, affidando la memoria al futuro e trasformando “la cronaca in storia e le tradizioni ed il folklore in arte e cultura”, suggeriscono che, finché esisterà l'uomo con la sua umanità, l’Arte non morirà mai.
In occasione di questa Rassegna, Andreace ha realizzato il manifesto con l’immagine del pannello decorativo da lui creato in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, l’invito con il programma della serata celebrativa ed un catalogo, che, con una sequenza di immagini di opere in mostra, riporta il saluto del Sindaco di Massafra, dott. Martino Tamburrano; gli interventi di: Alfengo Carducci (già Provveditore agli Studi), Luigi Convertino (presidente del Lions Club Massafra-Mottola”Le Cripte”), Patrizia Capobianco (dirigente scolastico della Scuola Media statale “N. Andria”), Alberto Altamura (dirigente scolastico ITIS ”Amaldi” di Massafra), Enzo Monaco (dirigente scolastico Liceo “Tito Livio” di Martina Franca). Nel suo saluto, il sindaco dott. Martino Tamburrano, sottolinnea le parole impresse sul portale del Palazzo della Secessione di Vienna: “Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”. Parole che si miscelano (come dice) in un modo spumeggiante con l’arte dell’amico Nicola Andreace e con l’iniziativa avviata dal Lions Clubs “Le Cripte”, in occasione delle iniziative organizzate per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nicola Andreace con le sue scintille di libertà, nel corso della sua antologica attività, è riuscito sempre e comunque, attraverso le sue opere, a contestualizzare storia, sensazioni, impulsi, emotività, condivisione, socialità. La sua unità di pensiero si incastona nelle celebrazioni dei 150 anni italiani così sudati e così colmi di arte e libertà. Diventa quasi una conseguenza per l’Amministrazione, che mi pregio di guidare, affiancare tali iniziative che, al di là del tempo, lasciano un segno in ognuno di noi. A me non resta che augurare al designer, nostro concittadino, Nicola Andreace, di fissare il tempo con arte, mentre al Lions Club di Massafra rivolgo un sentito grazie per l’azione propulsiva
Da parte sua il dott. Alfengo Carducci (già Provveditore agli Studi), afferma che “La rassegna antologica su Nicola Andreace, organizzata dai Lions “Le cripte” e dalla“Nicolò Andria” di Massafra nel 150° dell’unità d’Italia, non è solo un’iniziativa meritoria nei riguardi di un concittadino illustre, è soprattutto una scelta culturale intrigante e densa di significato storico-politico ed economico-sociale: perché l’arte, specie la visiva, quando è genuina, accomuna le genti dei territori geograficamente e culturalmente omogenei più e meglio di ogni altro strumento comunicativo/formativo, persino aldilà della consacrazione “per statuto” della comune nazionalità. Idealmente, la mostra si collega a quella tenutasi nel 1961 per il centenario dell’unità e, attraverso l’appassionato e coinvolgente percorso artistico di Nicola, ci avvia alla riflessione critica su ciò che l’unificazione nazionale ha rappresentato per la qualità di vita, le prospettive di sviluppo, la evoluzione sociale delle nostre comunità. I modi e i ritmi di questo itinerario – dettati ovviamente dal dipanarsi delle vicende del Paese, e in particolare dalle varie fasi della tormentata e contraddittoria crescita del meridione d’Italia – sono coerenti con l’evoluzione creativa di Andreace che (come recitano le sue note bio/bibliografiche) prima annota l’identità dei padri e ne conserva la memoria, raffigurando centri storici, vicoli, case povere, volti pieni di dignità arcaica; poi memorizza la trasformazione del suo territorio, rappresentandone il passaggio dalla civiltà contadina alla società tecnologica con allucinanti figure ingabbiate in tralicci di fabbriche in costruzione; infine si apre a una sorta di “revisionismo etico/ecologico” con l’auspicio che l’uomo torni ad essere al centro della creatività e con la profetica denuncia della conversione industriale del mondo contemporaneo come teatro di violenza e di disvalori. E proprio perché non si tratta di una semplice retrospettiva personale, ma di un invito alla riflessione storica, il dibattito che accompagnerà l’evento artistico non dovrà limitarsi ad analizzare unicamente il profilo estetico della produzione di Andreace, ma di essa – dilatandone il messaggio oltre l’ambito accademico e scolastico – dovrà saper comunicare il respiro rigenerativo del sentimento nazionale, favorendo il confronto critico sull’ultimo cinquantennio di storia italiana per verificare la perdurante attualità della dimensione unitaria del Paese, messa in discussione e dalla destrutturante conflittualità tra i supremi poteri dello Stato e dalla torbida, insistita, “padana” predicazione di teorie federaliste “non solidali” socialmente e territorialmente disgreganti”.
Luigi Convertino (presidente del Lions Club Massafra-Mottola”Le Cripte”) che coordina gli interventi, si sofferma a lungo su Andreace ricordando che già nel 1961 Nicola Andreace presentò una sua rassegna personale in occasione del centenario dell’Unità d’Italia. E all’artista, in qualità di presidente del club Lions Massafra Mottola ”Le Cripte”, ha chiesto a distanza di 50 anni, l’allestimento di questa nuova mostra come contributo a riflettere, attraverso gli stimoli della sua arte, su un momento importante della nostra storia nazionale. “Le sue composizioni (dice fra l’altro), costituiscono un documento originale e a tratti unico di eventi popolari ed istituzionali che non vanno interpretati con le categorie dell’occasionalità, ma vanno inseriti in un processo in cui la cronaca tende a diventare storia, mentre le tradizioni e il folklore diventano arte e cultura”.
“La Scuola Niccolò Andria è orgogliosa di accogliere ed esporre nei suoi spazi l’opera artistica di Nicola Andreace”. Lo dice il dirigente scolastico prof. Patrizia Capobianco), affermando fra l’altro che il significato più pregnante dell'arte dell’artista, è a suo parere, quello di cogliere il senso dei tempi, amandoli o da essi prendendo le distanze, comunque vivendoli intensamente, riuscendo attraverso il segno e il colore, a fissarne peculiarità e premonizioni e a dare vita a uomini e a donne senza storia, ma che la Storia l'hanno fatta.
Sull’arte di Andreace ne parleremo ancora con i commenti e le critiche del prof. Alberto Altamura e del prof. Enzo Monaco.
Ricordiamo che completano la brochure note bio/bibliografiche e critiche su Nicola Andreace, che, lumeggiando il suo percorso artistico, ne sottolineano l’evoluzione ed il suo contributo documentario per un itinerario storico e politico virtuoso del nostro territorio”.

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