Il 25 aprile che non piace al centrodestra

diGiulia Rodano

Il 25 aprile del 1945, Milano, Torino, Verona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e altre città italiane furono liberate dall'occupazione nazista con una insurrezione armata delle formazioni partigiane guidate dal Comitato di liberazione Nazionale.

Fu l'atto di nascita della nuova Italia dopo il ventennio di dittatura fascista, dopo i lutti, le distruzioni e gli orrori seminati nel nostro Paese e In Europa dai fascisti e dai nazisti.

Ricordare il senso di quegli avvenimenti ormai lontani nel tempo è una necessità.

In un Paese in cui si moltiplicano le “giornate della memoria”, vi è chi lavora a cancellare la memoria della Resistenza.

L'idiosincrasia di Silvio Berlusconi per la ricorrenza del 25 aprile è nota. Per questo non stupisce che uomini del suo partito o della sua coalizione, oggi alla testa di amministrazioni locali, tendano a cancellare o a stravolgere – come è successo alla Provincia di Salerno, il significato della Festa della Liberazione.

L'obiettivo è chiaro: dimenticare il 25 aprile per delegittimare il frutto più importante della lotta partigiana, La Costituzione Repubblicana.

E' grazie alla Costituzione, voluta dai Padri fondatori della nostra Repubblica, che le pulsioni neo-autoritarie e populiste del Governo Berlusconi sono state tenute a freno.

Il tentativo berlusconiano di riscrivere la Costituzione assegnando al Capo del Governo poteri senza controllo con un Parlamento svuotato di ogni potere decisionale, una magistratura privata della sua indipendenza, un'informazione tenuta saldamente sotto controllo, non è stato ancora definitivamente battuto.

Le insidie che minacciano la nostra Costituzione sono ancora molte. I principi di libertà, di uguaglianza per i quali si batterono i Partigiani, vengono messi in discussione.

Ogni giorno il razzismo leghista inventa nuovi marchingegni – l'esame obbligatorio di italiano per gli immigrati che vogliono aprire un negozio – per introdurre nuove forme di leggi razziali e di discriminazioni.

Per questo ricordare il “25 aprile” non è semplicemente una commemorazione. E' l'assunzione di un impegno per difendere i valori, gli ideali, i principi che portarono i nostri padri a sollevarsi contro la dittatura fascista e contro l'occupazione nazista del nostro Paese.

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