Da una biografia inviataci dal Presidente Salvatore Macca
di Filippo Giannini
Salvatore Macca, secondo di cinque figli e unico maschio. magistrato il padre, è nato a Noto (SR) il 4 marzo 1924. Sposato. ha due figli maschi, ora è vedovo. Dal 1927 al 1941 visse a Messina, dove compì gli studi classici al Liceo Maurolico fino alla seconda liceale. Il terzo e ultimo anno lo frequentò all'istituto Arnaldo, a Brescia, dove la famiglia si era trasferita nel 1941, conseguendo ivi, nel 1942, la maturità classica. In ottobre si iscrisse al primo anno della facoltà di giurisprudenza presso I'Università Statale di Milano.
L'8 settembre l943 colse Salvatore Macca a Brescia, dove venne subito fondato il Partito fascista repubblicano, al quale, col padre Ernesto, aderì tra i primi (tessere n.8 e 9).
Poco dopo si arruolò volontario nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), ma successivamente, essendo munito di brevetto di pilota d'aliante e di brevetto di pilota civile d'aereo a motore, conseguiti, rispettivamente, negli aeroporti di Bovolone (VR) nel 1941, e di Ghedi (BS) nel 1942, a cura e spese delle organizzazioni giovanili fasciste (G.I.L., Gioventù italiana del Littorio), fu assegnato alla risorta, per volontà di Mussolini, e per l'opera determinante e instancabile del Capitano pilota Carlo Faggioni, Aeronautica Nazionale Repubblicana, e inviato, col grado di Primo Aviere (Caporal maggiore), alla Squadriglia Scuola Aerosiluranti, che operò presso l'aeroporto della Malpensa, denominazione tenuta segreta per ragioni di sicurezza, e con l'indicazione di Lonate Pozzolo-Castano Primo, e poi a Venegono (Varese).
Dopo la caduta di Roma e l’eroica morte di Carlo Faggioni, caduto in una delle sue straordinarie e leggendarie azioni di siluramento della flotta da sbarco nemica ad Anzio e a Nettuno, l'attività della Squadriglia Scuola non potè proseguire e al reparto furono assegnati compiti di antiguerriglia. Infatti, in collaborazione e a sostegno delle altre forze armate, operò anche in Val d'Ossola, ove fu sgominata la velleitaria repubblichetta ivi costituita dall'antifascismo locale.
Nel 1945, quando ormai le sorti del conflitto erano segnate, il 5° Battaglione Aeronautica A.P. (anti-paracadutisti), cosi denominata l'originaria Squadriglia Scuola Aerosiluranti del Gruppo Faggioni, costituito da elementi di sicuro affidamento, agli ordini del Capitano Pilota Casali, l’uno marzo 1945 fu inviato a Desenzano del Garda, ufficialmente a presidio dell'idroscalo, delle attrezzature e del materiale, e a difesa anche da attacchi aerei a volo radente da parte di apparecchi isolati, attacchi avvenuti ma sventati, uno dei quali con l'abbattimento di un apparecchio in fase di attacco, ad opera di Salvatore Macca il 24 aprile 1945, con i cannoncini Scotti 20 mm., di cui il reparto era dotato; cosi ufficialmente, ma in realtà per un possibile intervento a Villa Feltrinelli di Gargnano, in difesa della persona del Duce e degli appartenenti al governo della R.S.I.; intervento purtroppo mai ordinato.
Il reparto si sciolse ordinatamente il 27 (o il 28) aprile 1945, su ordine del Capitano Casali, impartito con tanta mestizia e con l'invito a indossare al più presto abiti civili, a scanso di rappresaglie e atrocità. E con l'ordine, a coloro che fossero transitati in località ove trovare rifugio, di lasciare gli autocarri sui quali il reparto stava per partire da Desenzano, diretto a Milano con tutto l'armamento in dotazione perché non cadesse nelle mani del nemico.
Il servizio militare di Salvatore Macca non è mai stato riconosciuto dai governi del regime antifascista perenne succedutisi dal 1945 in poi.
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Tornato alla vita civile, con la famiglia impoverita dall'epurazione del padre, colpevole di essersi iscritto al Partito fascista repubblicano, e costretto, per sopravvivere con la numerosa famiglia, a vendere la modesta proprietà a lui pervenuta dagli avi in Sicilia. Salvatore Macca riprese gli studi interrotti, e nel 1946 conseguì la laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano.
Nel 1950, in seguito a regolare concorso con prove scritte e orali, entrò in magistratura, compiendo, in quarantasei anni di effettivo servizio, tutte le esperienze giudiziarie che ne completarono, formarono e ampliarono la cultura giuridica e l'esperienza professionale. Negli ultimi due anni di servizio (1994-1996), fu il Presidente della Corte d'Appello di Brescia, con giurisdizione sulla Lombardia orientale (Tribunali di Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona e Crema).
Dopo il pensionamento affrontò il problema della discriminazione dei cittadini italiani di fede fascista, ricorrendo, nel 2002, con sublime ingenuità, alla sedicente Corte Europea di Strasburgo per la tutela dei diritti dei cittadini, diritti conculcati negli Stati di appartenenza. Dopo due anni di sollecitazioni e di inutili speranze, fu informato che la sua domanda era stata respinta e che la sentenza non era appellabile. Ma di sentenza neanche l'ombra, essendo la stessa costituita dalla scheletrica comunicazione della reiezione, priva di qualsiasi motivazione, contro ogni regola giuridica di tutti gli Stati del mondo. Salvatore Macca appellò ugualmente, ma senza alcun risultato, tranne quello di constatare che la sedicente Corte era una combriccola di personaggi che guadagnano molto ma lavorano poco, dato che il lavoro, il lavoro vero e faticoso, di qualsiasi giudice, è quello di motivare con le doverose argomentazioni le decisioni adottate. Apprese pure che la sedicente Corte era la brutta copia, riveduta e scorretta, dei governi europei, succubi degli U.S.A, e dunque retta dall'antifascismo perenne rigorosamente devoto ai dogmi masson sionisti.
Ma Salvatore Macca, il 4 aprile 2008, ha proposto un'azione legale contro l'attuale capo dello Stato, che accusa, con giuridiche e motivate argomentazioni, di attentato alla costituzione, poiché impedisce che gli articoli 3, 18, 21. e 49 di essa, destinati a tutti i cittadini italiani, nessuno escluso, nemmeno quelli di fede fascista, siano goduti da questi ultimi, lasciando surrettiziamente in vita la XII disposizione transitoria della costituzione, che, coma tale, avrebbe dovuto avere vita breve, due-tre anni, poco più poco meno, quanto cioè necessario per coordinare la vecchia normativa con la nuova, ma che invece è in vigore dall'uno marzo 1948. La vigenza anomala di essa è lo strumento sleale, malizioso e ingannatore, la base indispensabile, per l'applicazione e la perpetuazione delle nome discriminatici e vessatorie, comprese le Leggi Scelba e simili, in danno dei cittadini italiani di fede fascista. Comportamento di sicuro non degno del capo di una grande nazione come l’Italia. Ciò può accadere perchè l’On. Napolitano ha trovato la disinvolta complicità, e disinvoltamente se ne avvale, così rendendoli suoi correi, dei componenti della giunta per i procedimenti d'accusa, (Fini, Schifani, Follini e altri) peraltro già clamorosamente responsabili del delitto continuato di omissione di atti d'ufficio. Salvatore Macca ha segnalato tale tattica dilatoria, ostruzionistica e penalmente illecita alla Corte costituzionale (non per problemi di costituzionalità, non essendo gli atti del parlamento atti giurisdizionali), ma perché, essendo tale Corte l’Organo che in definitiva dovrà giudicare la responsabilità o meno del Capo dello Stato, qualora il Parlamento ritenga la fondatezza dell'accusa di Salvatore Macca e ad essa Corte trasmetta gli atti per il giudizio, è bene che intanto sappia che cosa sta avvenendo dietro le quinte ad opera di organi, istituzioni e persone che, ad ogni piè sospinto, inneggiano alla democrazia guardandosi bene però dall'applicarla, nemmeno quando sia un atto dovuto.
Per ora, la Corte costituzionale tace. Ma è bene che sappia che Salvatore Macca continuerà la sua battaglia per il trionfo della legalità.