I diritti di Madre Terra

I diritti di Madre Terra

Entra nel vivo la Conferenza dei popoli per i cambiamenti climatici che si conclude domani. Ventimila persone di 130 Paesi diversi elaborano alternative all’accordo di Copenaghen in vista del summit di Cancun

E' iniziata con una festa di inaugurazione nello stadio di ecologico di Tkipaya a Cochabamba la conferenza mondiale di popoli. Una festa colorata, in un anfi- teatro gremito, alla presenza del presidente boliviano evo Morales, vero regista dell’evento, e dialtri capi di stato provenienti dai vicini nicaragua e ecuador. nella cerimonia che ha avuto inizio ieri, dopo l’arrivo e la registrazione di oltre 20mila persone tra sindacati, ong, scienziati e associazioni arrivate a Cochabamba lunedì
scorso, si è messo l’accento sulla vocazione internazionale del summit alternativo che nulla ha da invidiare all’ufficialità di eventi come il Cop, la conferenza delle parti sul Clima delle nazioni Unite. dopo il fallimento del vertice di Copenaghen e in vista del summit di Cancun, a dicembre prossimo, i paesi in via sviluppo vogliono dimostrare di avere delle alternative concrete e credibili per salvare e preservare la Terra. La pacha Mama , è questo il nome indio che viene dato a Gaia, è in pericolo. Le conferenze dei popoli indigeni rifiutano il modello capitalistico, vero responsabile del “cambio climatico”, e se è vero che da questa parte del mondo una simile idea fa sorridere, dall’altro capo dell’atlantico si fa invece sul serio. sono 17 i tavoli negoziali in cui i delegati di oltre 130 paesi discuteranno di temi ambientali legati al global warming come di-sboscamento, inondazioni, sicurezza alimentare e responsabilità ambientale. il piatto forte del paese ospitante è invece l’istituzione di un Tribunale internazionale per perseguire i reati ambientali su cui stanno già lavorando una rete internazionale di magistrati capeggiati dalla spagna. «possiamo immaginare che in questi tre giorni usciranno tante interessanti idee su come sconfiggere la febbre della Terra– afferma nick Buxton, portavoce di pablo solon, ambasciatore boliviano presso l’Onu -. Ci sono movimenti e delegazioni p rovenienti da tutto il MOndo: dall’alaska all’india, dal Burundi alla nuova Zelanda. attendevamo 15mila persone e se ne sono presentate 24mila. È grandioso, la città accoglie in questi giorni ben 500 eventi tra tavoli ufficiali governativi, iniziative culturali ed eventi autogestiti». Tra musiche, danze e esposizioni pittoriche prendono la parola anche alcuni big dell’ambientalismo occidentale come la sociologa canadese naomi Klein, il climatologo della nasa James Hansen, l’eurodeputato José Bové e il premio nobel per la pace adolfo perez esquivel oltre all’attore americano danny Glover e al regista di avatar James Cameron. «in occasione della seduta plenaria di domani, giornata della Terra, la Bolivia chiederà di nuovo all’Onu di riconoscere la Carta dei diritti di Madre Terra promulgata a Cochabamba il 17 ottobre scorso». Una costituzione che parte dal presupposto che il pianeta sia un essere vivente e il quanto tale titolare di diritti e, soprattut to, di tutele.

Susan Dabbous

TERRA

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