Fornicando a tutto spiano fuori dal matrimonio…

Comprensibile il sacerdote don Walter che ha non ha negato l'Eucaristia al furbo Cavaliere, che ha fatto lo gnorri, e gli si è presentato davanti assieme agli altri comunicandi. Ha dichiarato, infatti: “E cosa potevo fare, negargliela? Non è certo durante una cerimonia che si può porre una questione simile”. In perfetta linea, invece, con la secolare ipocrisia della Chiesa, mons. Rino Fisichella, il quale ha dichiarato che a Berlusconi poteva essere data la comunione poiché è separato dalla moglie. E non ha tutti i torti. Scriveva, infatti, Giovanni Paolo II nella Familiaris consortio: “La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio”. L'uomo e la donna divorziati risposati devono assumere “l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi” (Familiaris consortio n. 84). Il che significherebbe che vivendo col coniuge in piena astinenza, e fornicando a tutto spiano fuori dal matrimonio, si può avere la comunione. Ma poi, siamo certi che il Cavaliere si sia pentito d'aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo? E perché il buon don Walter non l'avrebbe detto?

Francesca Ribeiro

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy