“Cento cavalli di Aligi Sassu” alla Fondazione Paparella-Devlet

“Cento cavalli di Aligi Sassu” alla Fondazione Paparella-Devlet
Museo “Villa Urania” di Pescara
Dalla collezione di Alfredo e Teresita Paglione cento prestigiose ceramiche

«Negli ultimi trent’anni abbiamo avuto tre grandi allevamenti di cavalli:
il primo è quello di Picasso (…); altra scuderia, quella di Marino Marini, scultore;
(…) e il terzo allevamento appartiene ad Aligi Sassu». (Dino Buzzati, 1965)

Cento ceramiche di Aligi Sassu, uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del XX secolo, saranno esposte da sabato 24 aprile al 27 giugno nelle sale prestigiose del Museo “Villa Urania” di via Piave a Pescara, che già ospitano la collezione permanente di ceramiche storiche di Castelli appartenute a Raffaele Paparella Treccia e a Margherita Devlet.
In “Cento cavalli di Aligi Sassu”, curata dal noto studioso Gian Carlo Bojani, Piatti, zuppiere, ciotole e sculture in maiolica o terracotta dipinte da Aligi Sassu tra il 1939 e il 1965 rappresentano uno dei temi iconografici più cari all’artista: la figura del cavallo. In mostra è presente anche il celebre servizio da tavola del 1949 “I cavalli del mare” composto da 73 pezzi, nel quale l’artista si confronta direttamente con la tradizione ceramica ligure quattro-ottocentesca recuperando la tipica bicromia bianco e blu “vecchia Savona”.
Le opere esposte fanno parte della collezione della Fondazione Crocevia di Alfredo e Teresita Paglione. Quello tra Aligi Sassu e il gallerista abruzzese Alfredo Paglione, infatti, co-curatore di questa mostra, è un sodalizio artistico nato alla fine degli anni ’50 e rafforzato da un vero e proprio vincolo di amicizia e poi di parentela, visto che entrambi hanno sposato due delle sorelle Olivares.
«Aligi Sassu è legato e noto a Pescara anche per aver realizzato tre magnifiche opere murarie nella chiesa di Sant’Andrea – spiega Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Paparella -Devlet – Questo grande evento culturale deve la sua realizzazione alla collaborazione della signora Maria Helenita Olivares, vedova del maestro, e alla munificenza della compianta Teresita e di suo marito Alfredo Paglione, grande promotore dell’arte e affidabile conservatore delle opere di suo cognato Aligi Sassu e di tanti altri grandi artisti».
«Per Sassu il cavallo è insieme dinamica futurista e memoria di quel paesaggio mediterraneo delle sue origini sarde che non smetterà mai di esprimere – dichiara Carlo Di Properzio, direttore scientifico della Fondazione – La scoperta della maiolica significò per Sassu la scoperta del linguaggio plastico della scultura unito alla luminosità degli smalti».
«Le sue sculture in ceramica dedicate all’iconografia del cavallo – aggiunge Vincenzo De Pompeis, direttore del museo “Villa Urania” – colpiscono per il modo originale e creativo in cui l’autore interpreta tale soggetto iconografico, libero da schemi già visti e proposti da altri grandi artisti. Sassu racconta il cavallo con un proprio linguaggio stilistico, non proponendo un’iconografia mimetica e idealizzata, ma dando vita a cavalli dalle forme incompiute e non finite, senza far perdere la loro carica simbolica fatta di eleganza, forza e vitalità».
La mostra sarà visitabile dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21 ogni giorno tranne il lunedì.

Ufficio Stampa: Mente Locale.
Responsabile Ufficio Stampa: Cristina Mosca
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