STUDI DI SETTORE

Prendendo la parola giovedì a Montecitorio – perdurando il silenzio dei suoi dirigenti – ho richiesto nuovamente al ministro Tremonti indicazioni più chiare su come vengano calcolati gli studi di settore, soprattutto per quanto riguarda gli indici territoriali. E’ evidente, infatti, che nella determinazione dei redditi presunti dei contribuenti si debba anche tener conto della zona di residenza, ma con ciò si possono creare vere ingiustizie per tutti quei settori che – pur magari operanti in una zona “ricca” – sono però in situazioni di crisi che nulla hanno a che vedere con la presunta ricchezza del territorio. Il caso del VCO che solo in questa settimana ha visto una chiusura di diverse aziende ma continua ad essere giudicato “area super-ricca” con i massimi parametri italiani ne è evidente conferma. Anche perché, così operando, già in partenza vi sono altrettanto evidenti vantaggi per chi è in situazioni economiche ottimali ma in una area giudicata “povera”. Insomma: perché un albergo di Capri a parità di condizioni deve pagare molto meno di uno aperto in una povera valle delle Alpi? Chiarezza, allora, e verifica pubblica degli indici: questa è correttezza, responsabilizzazione e soprattutto credibilità da parte dell’autorità finanziaria!

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