di Federico Gennaccari
In discussione al Senato le mozioni presentate dai gruppi parlamentari sul tema della corruzione nella pubblica amministrazione per individuare ulteriori misure per incentivare la trasparenza e i controlli. Ne parliamo con il sen. Domenico Benedetti Valentini, primo firmatario della mozione del PdL.
Come mai questa mozione?
“Si è sentito il bisogno e l'opportunità di fare il punto sulle iniziative già adottate e su quelle che l'opinione pubblica ci sollecita per combattere, prevenire e reprimere i fattori di corruttela nella pubblica amministrazione, oltre che in settori della rappresentanza politica e amministrativa”. L'opposizione invano ha cercato di montare alcuni casi, parlando di “Seconda Tangentopoli”.
Un'accusa che appare francamente esagerata…
“Noi non ci attardiamo in definizioni più o meno suggestive o tendenziose. Ribadiamo che il governo è fortemente impegnato su questo fronte, è anzi una delle sue priorità programmatiche. Per la verità ha ottenuto già importanti risultati, come ad esempio, su tutto il delicatissimo versante degli inquinamenti della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione, in cui si sono registrati successi davvero straordinari”.
Quali proposte vengono avanzate nella mozione?
“Nella mozione sono elencati numerosi punti di impegno per l'esecutivo. Tra questi vorrei segnalare: l'articolata applicazione del piano nazionale anticorruzione elaborato dal governo, l'intensificata collaborazione con le forze dell'ordine e le magistrature competenti, la promozione di una capillare campagna per il rilancio del rigore e della credibilità nella gestione della cosa pubblica, nonché l'irrigidimento delle condizioni di accesso a candidature e incarichi. A tutto ciò bisogna aggiungere un più diffuso e penetrante sistema di informazione e controllo su tutte le posizioni amministrative a cominciare da gare, appalti e opere pubbliche”.
