PENSIONI. BONFRISCO: SOSTENERE LE CATEGORIE PIU’ DEBOLI

di Elisabetta Ligori

Senatrice Bonfrisco, quali sono gli aspetti salienti del suo disegno di legge?
“Partiamo da un dato importantissimo: che i dati elaborati dal Ministero del Lavoro oltre che dalla ragioneria di Stato al 2005 ci indicano una proiezione della spesa previdenziale in rapporto al Pil che nel 2030 potrebbe avere un momento di crisi o quantomeno di difficile sostenibilità. Noi dobbiamo porci il problema di come sostenere in futuro queste pensioni e di come raggiungere l'equilibrio in questi anni tra il primo pilastro, cioè la previdenza, garantita per esempio che viene garantita anche dai versamenti all'Inps e dalla contribuzione obbligatoria, e il secondo pilastro, rappresentato dalla previdenza complementare”.

Secondo lei, saremo ancora in grado di mantenere le stesse pensioni di oggi quando un giorno saremo anziani?
“Per rispondere, dobbiamo avere assolutamente certezza del fatto che dovremo lavorare di più e più a lungo, dovremo tentare di perequare l'età pensionabile tra uomini e donne, senza dimenticare che le donne svolgono un doppio lavoro quando hanno responsabilità familiari, e mantenere quel principio di sostegno alle fasce più deboli”.

Quali sono gli interventi necessari per cambiare la situazione delle pensioni complementari?
“Sulle pensioni complementari dobbiamo essere sicuri che la trasparenza e la conoscenza di ciò che versiamo e di ciò che ci vedremo restituito sia garantita. E per fare questo occorre investire oggi, finchè siamo in tempo, su un'educazione finanziaria accessibile a tutti”.

Per quanto riguarda il suo ddl, quali sono gli aspetti che potrebbero cambiare la situazione della previdenza complementare?
“Nel ddl di cui sono la prima firmataria si chiede innanzitutto un riordino degli enti. Noi chiediamo un grande sforzo di trasparenza e onestà a tutti i gestori dei fondi e ai fondi assicurativi. I cittadini devono essere informati e devono poter essere messi nella condizione di valutare e decidere. Oggi, infatti, l'intermediazione finanziaria che avviene attraverso le formule assicurative non sempre è trasparente”.

Quali sono le categorie più deboli alle quali state rivolgendo particolare attenzione?
“Dal punto di vista previdenziale noi abbiamo bisogno di donne più protette in una fase della vita particolarmente delicata. Vogliamo che gli enormi sforzi che le donne compiono per stare sul mercato del lavoro siano ricompensati quando vanno in pensione, ossia quando sono più fragili e vulnerabili”.

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