Ru486. Scenografia di un horror gia’ visto. Chi paga? La solita donna oggetto

di Vincenzo Donvito

Solo alcuni titoli di notizie diffuse oggi 6 aprile da agenzie stampa. Nei giorni scorsi ne sono usciti a bizzeffe, piu' o meno simili, ma questi, se comunque sono pochi dal punto di vista documentale, sono sufficienti per esprimere il nostro pensiero.
– Agenzia Ansa. Aborto: Ru486; Mangiagalli Milano, prime donne la chiedono.
– Agenzia Ansa. Aborto: Ru 486; domani 1/o arrivo in magazzino litorale Toscana.
– Agenzia Ansa. Aborto: Ru 486; in Puglia arrivano domani primi 10 trattamenti.
– Agenzia AdnKronos. Aborto: tutto pronto a Bari per il primo con Ru486.
– Agenzia Ansa. Aborto: Ru486; medico policlinico Bari, paziente disponibile.
– Agenzia Agi. Ru486: Viale, ora siamo fermi; bloccato l'arrivo del farmaco.

L'horror, senza far tanto lavorar la fantasia perche' il tono dei commenti che abbiamo letto un po' dovunque puo' serenamente portare a questa rappresentazione, e' in questi termini:

ali di folla urlante presidiano il Mangiagalli di Milano e il magazzino del litorale in Toscana. Gli stendardi dei pro-life sono di diversi partiti di governo e associazioni di volontariato vaticano e non. Si cerca di impedire l'ingresso ai corrieri che arrivano da Parigi, corrieri che sono costretti ad entrare dalla porta di servizio dove le telecamere (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5 Studio Aperto) si sono appostate per riprendere il sacrilego cofanetto.
Il Tg1 riferisce che i farmaci bloccati a Torino lo sono grazie ad un'ordinanza del neo-presidente della Regione Roberto Cota, ordinanza che, pur in stridore con le leggi nazionali e regionali, e' stata applicata grazie ad un decreto legge del consiglio dei ministri riunito d'urgenza per impedire che al governatore piemontese di maggioranza fosse scippato il diritto a governare.
A Bari, intanto, tutto e' pronto per la prima somministrazione dopo che sono arrivate le linee guida del sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Le riprese tv in diretta sono a cura della redazione di Matrix di Canale5: la giovane abortiente, vestita con una lunga tunica bianca ha il volto coperto per il rispetto della legge sulla privacy, seduta in fondo ad una stanza su un palchetto, ha davanti a se' -sedute in piccole file composte- un gruppo di persone parenti e conoscenti della vita che dal suo corpo sara' estirpata con la somministrazione della Ru486. Prima dell'ingestione del farmaco, preannunciata da alcuni lampeggiamenti delle luci generali, il primario -come da protocollo- ha chiesto agli astanti se qualcuno aveva qualcosa da opporre a quanto sarebbe da li' a poco accaduto. Ma tutti i Tar delle regioni italiane avevano respinto le opposizioni presentate da alcuni degli astanti, e il Consiglio di Stato, interpellato per ventuno volte aveva avallato le sentenze dei Tar, cosi' come la Corte europea dei diritti umani dopo sette richieste di pronunciamento; non essendoci piu' margini di contestazione da parte dei presenti un infermiere incappucciato per il rispetto della propria privacy porge la pillola alla abortiente con un bicchiere d'acqua ornato con una fascetta dell'acqua Rocchetta. Ingerita la pillola, il giornalista ha subito chiesto all'abortiente come si sentiva dopo aver ingoiato il veleno per il figlio che portava in seno. “Come dopo una pillola di Moment” (ndr. l'abortiente aveva in mano una scatola del noto farmaco) -risponde la donna, e continua: “dopo questa esperienza, pero', vado in Turchia a farmi sterilizzare”. Nel contempo, la cattedrale barese di San Nicola mandava le campane a morto e quattro radicali, stesi in terra davanti all'ingresso della camera della somministrazione, manifestavano con cartelli sandwich per l'applicazione della legge.

Frutto di fantasia quello che abbiamo scritto? Provate a rileggerlo e pensate a quanto accaduto nei mesi scorsi nel nostro Paese. Non ci interessa essere catastrofisti, ma almeno sorridiamo… per non piangere, con la consolazione che l'unica a salvarsi e' la donna di per se' pur provata da estrema flagellazione per far valere un proprio diritto.

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