Pedofilia, il Vaticano: "Discriminati come gli ebrei", nuovo caso in Arizona

E' di nuovo polemica sulla pedofilia. Questa volta è il paragone tra le critiche al Papa e l'antisemitismo, tracciato dal predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, a suscitare le critiche del mondo ebraico, mentre il Papa, all'avvicinarsi della Pasqua, non affronta direttamente lo scandalo nel corso delle cerimonie religiose e, a conclusione della Via crucis al Colosseo, invita a guardare oltre alle difficoltà che sembrano “far crollare tutto”. Cinque anni fa Ratzinger aveva denunciato la “sporcizia” che c'è nella Chiesa. Papa Wojtyla sarebbe morto pochi giorni dopo – proprio il 2 aprile del 2005 – e l'allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede aveva scritto le meditazioni per la Via crucis al Colosseo. Un testo interpretato come un'accusa ai casi di pedofilia e una sorta di 'manifesto elettorale' in vista del conclave che lo avrebbe effettivamente eletto successore di Giovanni Paolo II sul seggio di Pietro.Un'ondata di vergogna – Mentre si moltiplicano le accuse per gli abusi sessuali perpetrati da sacerdoti e religiosi in svariati paesi del mondo, Benedetto XVI, ha ascoltato inginocchiato alle meditazioni del cardinale Camillo Ruini. In tutte le cerimonie pre-pasquali, il Papa ha preferito concentrarsi sul significato religioso del frangente, e anche oggi si è limitato a fare un riferimento indiretto al momento di difficoltà che sembra “far crollare tutto”. “Nel silenzio di questa notte, nel silenzio che avvolge il sabato santo – ha detto il Papa a conclusione della Via crucis – toccati dall'amore sconfinato di Dio, viviamo in attesa dell'alba del terzo giorno, dell'alba della vittoria dell'amore dio, dell'alba della luce che permette agli occhi del cuore di vedere in modo nuovo la vita, le difficoltà, la sofferenza. I nostri insuccessi, le nostre delusioni, la nostra amarezza, che sembrano segnare il crollo di tutto, sono illuminate dalla speranza. L'atto di amore della croce viene confermato dal Padre e la luce sfoglorante della risurrezione tutto avvolge e trasforma. Dal tradimento può nascere l'amicizia, dal rinnegamento il perdono, dall'odio l'amore. Donaci Signore – ha concluso il Papa – di portare con amore la nostra croce, le nostre croci quotidiane, e la certezza che siano illuminate dal fulgore della tua Pasqua”.Contro il Vaticano come contro gli ebrei – Nel frattempo è polemica per una frase pronunciata nella basilica di San Pietro dal predicatore pontificio. Padre Raniero Cantalamessa ha preso la parola alla celebrazione della Passione del Signore presieduta da Benedetto XVI. Non ha voluto spendere molte parole sui casi di pedofilia (“Se ne parla già abbastanza fuori di qui”, ha detto), ma si è invece concentrato, alla fine della sua omelia, sugli critiche alla Chiesa e al Papa. “Ho ricevuto in questi giorni la lettera di un amico ebreo e, con il suo permesso, ne condivido qui una parte. Dice: 'Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero”, ha detto il cappuccino. “L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo”.La comunità ebraica: “Paragone ripugnante” – A stretto giro di posta arrivano le critiche del mondo ebraico. “E' ripugnante, osceno e soprattutto offensivo nei confronti di tutte le vittime degli abusi così come nei confronti di tutte le vittime del'olocausto”, commenta il segretario generale del consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Stephan Kramer. “Sinora non ho visto San Pietro bruciare né ci sono stati scoppi di violenza contro preti cattolici. Sono senza parole. Il Vaticano sta tentando di trasformare i persecutori in vittime”. Il rabbino statunitense Gary Greenebaum, responsabile delle relazioni interreligiose per l'American Jewish Committee, ha bollato le affermazioni di Cantalamessa come “un uso sfortunato del linguaggio. La violenza collettiva contro gli ebrei – ha detto – ha avuto come effetto la morte di sei milioni di persone, mentre la violenza collettiva di cui si parla qui non ha condotto a uccisioni o distruzioni”, afferma.Nuovo caso in Arizona – A gettare benzina sul fuoco ecco un nuovo caso di pedofilia in una parrocchia di Tucson, emerso sui media americani. Secondo quanto documentato la Chiesa avrebbe aspettato oltre dodici anni per sconsacrare un prete americano dell'Arizona riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori, nonostante sin dai primi anni novanta l'allora vescovo di Tucson, Manuel Moreno, avesse segnalato il caso il cardinale Joseph Ratzinger – il futuro Benedetto XVI – all'epoca a capo della congregazione per la dottrina della fede. Le molestie di Padre Michael Teta ai bambini che confessava nella sua parrocchia erano cominciate negli anni 70 ma solo molti anni dopo il prete era finito sotto inchiesta e rimosso dal vescovo Manuel Moreno dal suo ministero”.Alfano: ispettori contro il capo del pool antimolestie – Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha deciso di inviare gli ispettori a Milano dopo le dichiarazioni al Giornale di Pietro Forno, capo del pool antimolestie e procuratore aggiunto di Milano, che ha accusato i vescovi di non denunciare mai gli abusi sessuali dei sacerdoti. “Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano – si legge in una nota del Ministero – lette le dichiarazioni rese ieri alla stampa dal Procuratore aggiunto di Milano dottor Forno, che ha accusato le gerarchie ecclesiastiche di coprire i sacerdoti responsabili di gravi fatti di pedofilia, considerato il carattere potenzialmente diffamatorio di tali dichiarazioni, ha dato mandato al suo ufficio ispettivo di verificare se il dottor Forno con tale condotta abbia violato i doveri di correttezza equilibrio e riserbo che devono essere particolarmente osservati nella trattazione di procedimenti delicati come quelli per reati di pedofilia, reati che vanno perseguiti con estrema decisione ma evitando pericolose generalizzazioni”.

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