Cose Casi C.a.s.e d’Abruzzo sotto Pasqua

Si barrica in C.A.S.A. con figli e madre. Irruzione dei NOCS
La cosa è avvenuta a Paganica 2, provincia dell’Aquila. Un caso limite, quello del 40enne sposato e con figli, due di 6 e uno di 9, madre anziana e paraplegica al seguito, professione commerciante nella ristorazione, indebitato, con moglie dedita alla dissipazione dei risparmi con il gioco del Lotto, sembra. Si è barricato in casa, l’ex pugile, con i minori e la madre ammalata e ha scaraventato dalla finestra di c.a.s.a., vasi vernice e piatti, chiedendo 40.000 euro che equivalevano ai suoi conti, al debito che aveva accumulato la moglie. La storia come in tutte le favole a lieto fine , è finita con la liberazione effettuata dai Nocs, nonna e nipotini, e la c.a.s.a. che il 40enne ha occupato diventa il carcere, per lui, causa sequestro e maltrattamenti. Abbracci e baci, in famiglia.Si festeggerà perchè il 6 aprile 2009 è lontano, alle spalle, e Nonostante tutto è Pasqua.

A questa cronaca, si aggiunge quella di Luigia, testimonianza nota per chi legge i miei inoltri, dall’Abruzzo pre durante e post terremoto.Non siamo in letargo. Riempire con le carriole insorte, la realtà degli Eventi? Ma suvvia, le Macerie saranno rimosse presto. Tutto legittimo, anche votarli.
Non erano 4 gatti fuori daPalazzo Montecitorio, quelli che non ridevano alle 3,32?
Un’altra lettura e una manciata di informazione c.a.s.a.linga.Le macerie e la nostra storia.
Doriana Goracci

31 marzo le prime sclere delle c.a.s.e.
Qui non dicono, ovviamente, che l’uomo avrebbe sclerato per paura di vedersi tolto l’affidamento dei figli per mancanza di reddito e non dicono che la ricostruzione è affidata alle lotterie e al gioco d’azzardo. Non dicono che intere famiglie sono costrette a vivere, anche con
profondi conflitti, sotto lo stesso tetto, in c.a.s.e. insonorizzate (non senti cosa ti accade intorno, solo fuori la porta di ingresso si sente tutto), dove manca anche il campo e se non hai la rete fissa non puoi neanche telefonare per chiedere aiuto. Non dicono che in queste c.a.s.e. sono costretti a vivere in 6 o in 8 in due o tre stanze + il divano letto. Dove, nonostante l’isolamento, non c’è alcuna privacy dentro casa. Una casa che, per averla, hai accettato di condividere con suoceri, nonni, genitori e magari anche qualche estraneo che hai tirato dentro al nucleo di coabitazione per non esserne escluso, perchè come single o coppia non avevi alcuna possibilità di ottenere un alloggio provvisorio. Molte famiglie, dove i coniugi erano divorziati o separati, per non perdere la c.a.s.a. e l’affidamento dei figli hanno dovuto convivere sotto lo stesso tetto, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Luigia

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