Dalle indiscrezioni sul piano strategico 2010-2014 che Fiat presenterà il 21 aprile emerge un quadro preoccupante: e' previsto un taglio di quasi 5 mila operai in meno, riduzione del numero dei modelli (da 12 a 8) con la produzione italiana che crescerà fino a 900vetture.
Il quadro che può emergere è quello di un'azienda che riduce occupazione in Italia, che porta fuori dal paese anche una parte della produzione dei motori e riduce in sostanza la sua presenza in Italia.
Il piano di riorganizzazione della Fiat uccide Termini Imerese e ferisce gli altri stabilimenti italiani, la realtà è che la Fiat comincia a lasciare l'Italia con una valanga di licenziamenti e si dovrebbe far lava sul settore delle auto ad energia pulita per convincere la Fiat a rimanere e investire in Italia.
Le indiscrezioni sul piano della Fiat sono preoccupanti e confermano che la crisi economica è ben lontana dal passare. Per questa ragione noi Verdi abbiamo già proposto – inascoltati – al Governo un piano di riconversione ecologica degli stabilimenti automobilistici in crisi, come sta avvenendo in tutta Europa.
Inoltre abbiamo chiesto di riconvertire le fabbriche di auto ad impianti per la produzione di tram e autobus ecologici e prevedere un piano nazionale per il trasporto pubblico da 8 miliardi di euro, così sia Pomigliano che Termini Imerese non sarebbero più a rischio e si potrebbe finalmente affrontare l'emergenza dello smog nelle nostre città e migliorare la qualità della vita dei cittadini nelle metropoli. Questa potrebbe essere anche la soluzione per salvare i posti di lavoro oggi a rischio.
I Verdi chiedono al governo di usare gli 8 miliardi di euro che il governo Berlusconi ha destinato alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, opera inutile e costosa per un piano nazionale per il trasporto pubblico con cui si potrebbero costruire 90 chilometri di metropolitana acquistare 25 mila autobus ecologici e 4 mila tram, affrontando l'emergenza dello smog nelle nostre città.
